Addio Gul'sary Stampa
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Si schiudeva il mattino. Le montagne si alzavano sopra la terra, la steppa intorno si rasserenava, si allargava. Sul bordo del burrone bruciavano ancora senza fiamma i carboni imbruniti del fuoco ormai spento. Ajtmatov è stato il grande cantore della vita nelle steppe e montagne del Kirghizistan. Ha saputo coniugare il quadro epico in cui si collocano le sue storie con uno sguardo attento agli esiti della rivoluzione sovietica: lontano dai clichè del realismo socialista, ha raccontato senza infingimenti le conquiste e le miserie del '17. A fare da contraltare a rapporti umani spesso immiseriti dall'arrivismo e dal carrierismo (il quadro è quello del sistema dei kolchoz e della collettivizzazione agricola) c'è il rapporto profondo che lega il contadino Tanabaj al suo cavallo Gul'sary e la ricerca di libertà nella verità delle relazioni.

ADDIO GUL'SARY - Cingiz Ajtmatov