Volti di un secolo - il Novecento in 52 ritratti |
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Franco Moretti, curatore del libro, usa questa formula: "mettersi di fronte alla morte per capire meglio una vita". Volti di un secolo è, in buona sostanza, un libro di necrologi. I 52 ritratti evocati dal sottotitolo sono 52 brevi ricordi (ma il termine è impreciso, perchè al tema del ricordo si affianca il ben più pregnante sforzo della sintesi) dedicati a uomini e donne che, in misura diversa e in diversi campi, hanno "fatto" il Novecento. Solo qualche nome, alla rinfusa: Gyorgy Lukacs, Louis Aragon, Simone de Beauvoir, Natalia Ginzburg, Lelio Basso, Aldo Natoli, Christa Wolf, Franco Fortini, Salvador Allende, Herbert Marcuse... A ognuno di essi sono dedicate poche pagine, ed è in questa asciuttezza il fascino di un'opera che ci restituisce, attraverso la scrittura elegante e precisa di Rossana Rossanda, la temperie di un intero secolo.
VOLTI DI UN SECOLO - IL NOVECENTO IN 52 RITRATTI - Rossana Rossanda
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Si schiudeva il mattino. Le montagne si alzavano sopra la terra, la steppa intorno si rasserenava, si allargava. Sul bordo del burrone bruciavano ancora senza fiamma i carboni imbruniti del fuoco ormai spento. Ajtmatov è stato il grande cantore della vita nelle steppe e montagne del Kirghizistan. Ha saputo coniugare il quadro epico in cui si collocano le sue storie con uno sguardo attento agli esiti della rivoluzione sovietica: lontano dai clichè del realismo socialista, ha raccontato senza infingimenti le conquiste e le miserie del '17. A fare da contraltare a rapporti umani spesso immiseriti dall'arrivismo e dal carrierismo (il quadro è quello del sistema dei kolchoz e della collettivizzazione agricola) c'è il rapporto profondo che lega il contadino Tanabaj al suo cavallo Gul'sary e la ricerca di libertà nella verità delle relazioni.
ADDIO GUL'SARY - Cingiz Ajtmatov
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Una donna, un uomo, sei figli. Questi sono gli Stramer: ebrei polacchi che in una piccola cittadina vicina a Cracovia, agli inizi del '900, si arrabattano tra le disastrose trovate imprenditoriali del padre, l'ironia affettuosa della madre, gli studi, le liti e gli amori dei figli. Una famiglia che ricorda quelle raccontate da Isaac B. Singer nei suoi romanzi "europei", con un innesto di ironia e divertimento mutuati (forse) dall'umorismo praghese di Bohumil Hrabal e Ota Pavel. A ogni modo, agli Stramer di certo non era permesso entrare in quella pasticceria. Per non parlare poi di quel locale in cui era riuscito a infilarsi qualche tempo prima, nonostante il cartello "Ingresso vietato a cani ed ebrei". Nusek aveva sentito lo sguardo indagatore del cameriere all'entrata. E perciò gli aveva chiesto: "Perchè i cani no?".
GLI STRAMER - Mikolaj Lozinski
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In quei giorni di luglio del 1878 Sarajevo ribolliva come un alveare in subbuglio. (...) Da sempre Sarajevo conosceva tempi così, quando uomini comuni, buoni e coscienziosi, trasgressori e deboli, a un tratto si trasformavano e si dividevano in eroi e in rinnegati, in santi e in maledetti, e diventavano ciechi per tutto ciò che fino a quel momento riempiva la loro vita e li legava gli uni agli altri.
I nove splendidi racconti che compongono questa raccolta sono stati scritti nell'arco di un trentennio (1946 - 1976) e immortalano lo spirito di una città a cavallo tra XIX e XX secolo: raccontano storie di gente comune e piccoli fatti quotidiani all'ombra della grande Storia, con la capacità di gettare luce e anticipare, in modo profetico, quello che sarebbe avvenuto anni più tardi con la dissoluzione della Jugoslavia.
RACCONTI DI SARAJEVO - Ivo Andric
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Un libro su Milano, ma soprattutto sulla Milano del dopo Expo. Se vi siete accorti che agli spazi pubblici si vanno sostituendo sempre più spesso spazi privati "ad uso pubblico"; se avete notato che "riqualificare" le periferie non significa mai costruire nuove case popolari ma espellerne gli abitanti; se vi siete chiesti perchè in questa città le politiche sociali siano ormai appannaggio delle fondazioni bancarie; se avete notato le connivenze, i silenzi e le ambiguità del Terzo settore nei processi di privatizzazione dei servizi... in questo libro troverete un'analisi lucidissima del Modello Milano, ammantato della sua retorica smart, green, partecipativa, e delle sue insopportabili week.
L'INVENZIONE DI MILANO - Lucia Tozzi
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Raramente si incontrano scrittori in grado di gestire registri tanto diversi: Bambini nel tempo, Lettera a Berlino, Espiazione, Solar... portano tutti i segni caratteristici della scrittura di McEwan, eppure è come se in ognuna di queste storie risuonasse una musica appartenente a un diverso genere. Lezioni rappresenta una sintesi di alcuni dei generi e dei temi che ricorrono nella sua opera: la seduzione, il potere distruttivo del sesso, l'abbandono... ma il vero tema unificante è il tempo, il tempo della grande Storia (la Guerra fredda, la minaccia nucleare, la caduta del Muro di Berlino, l'invasione dell'Iraq...) che si intreccia con il tempo individuale di un uomo che per tutta la vita si interrogherà sul significato dei legami (spezzati) che hanno accompagnato le sue esperienze. Lezioni è un grande libro, forse il romanzo più convincente di Ian McEwan.
LEZIONI - Ian McEwan
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Il Moro, figlio di contadini, fin da piccolo guarda verso la montagna con occhi diversi da quelli dei suoi genitori e dei suoi paesani. Prova un'inquietudine, un'attrazione, alla quale non sa dare ancora un nome, sa però che il suo posto non è in valle ma là in alto. Prima malgaro, poi guida alpina, poi rifugista, tutta la parabola del Moro si sviluppa attorno alla montagna ("la Grapa", per i valligiani, il Monte Grappa per tutti gli altri) che segnerà la linea del fronte durante la Grande Guerra. Da luogo di pace e silenzi si trasformerà in un'area sventrata dai bombardamenti e, ancora peggio, trasformata dalle fanfare della retorica nel simbolo del sacrificio e del coraggio. La vita del Moro (al secolo Agostino Faccin, 1866-1951) sarà interamente segnata da una lotta ostinata contro lo scempio di quei luoghi e di quella memoria, attraverso gesti individuali che, pur senza prendere le forme della consapevolezza politica, lo porteranno a schierarsi, sempre, dalla parte degli oppressi.
IL MORO DELLA CIMA - Paolo Malaguti
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In un'isolata comunità della Turingia (ex Germania Est) si è insediato un gruppo di neonazisti. In pochi sembrano preoccuparsi seriamente della cosa. Tantomeno se ne cura Florian Herscht, figura centrale del romanzo, un gigante buono col cervello di bambino, legato al capobanda nazi, suo datore di lavoro, da un rapporto di muta e timorosa obbedienza. Le sue preoccupazioni sono indirizzate piuttosto alla catastrofe incombente che è convinto porterà l'universo a scomparire. Ma ciò che è destinato a distruggersi e a scomparire è in realtà molto più vicino a lui e a noi. Misurarsi con la scrittura di Krasznahorkai è un'esperienza che mette alla prova ma che riconcilia con la magia e la forza dell'invenzione narrativa.
HERSCHT 07769 - Laszlo Krasznahorkai
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New York, anni '50. La vita del finanziere Henry Bevel e di sua moglie Mildred è stata raccontata in modo calunnioso (a detta di lui) in un romanzo. Questo romanzo compone la prima parte di Trust. La seconda, più breve, contiene la versione della medesima storia raccontata dallo stesso Bevel: versione appena abbozzata, lacunosa. Il finanziere si rivolge dunque a una giovane segretaria di origini italiane per riscriverla, sotto il suo stretto controllo: questa vicenda compone la terza parte di Trust. E infine, molti anni dopo, la stessa ex segretaria, ormai scrittrice, si imbatte in un quadernetto che raccoglie gli appunti presi dalla moglie di Bevel nei suoi ultimi giorni di vita. Questa quarta - e brevissima - ultima parte di Trust ribalta il quadro che ci eravamo costruiti, e lo fa con forza ed eleganza. I veri protagonisti del bel romanzo di Hernan Diaz sono il mondo della finanza e il suo motore, il denaro, rappresentato nella sua forma più vera e più astratta, quella di feticcio.
TRUST - Hernan Diaz
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Acqua rossa copre quasi trent'anni di storia della Dalmazia (1989 - 2017), dallo scoppio della guerra che avrebbe portato alla dissoluzione della Jugoslavia, a un presente fatto di economie legate quasi esclusivamente al turismo, con ciò che questo comporta in termini di speculazione edilizia, corruzione, dissoluzione delle comunità locali: in questo quadro si innesta la storia di Silva, una diciassettenne che improvvisamente scompare dal paesino della costa, vicino a Spalato, dove vive. La sua sparizione innesca un'indagine che colloca a pieno titolo questo romanzo nella famiglia del noir, genere che, per definizione, dovrebbe illuminare lati oscuri della società in cui la storia si sviluppa. Dovrebbe, perchè molto raramente questo accade davvero. Acqua rossa invece ci riesce in pieno, regalandoci una vicenda avvincente e un formidabile spaccato della Croazia dei nostri giorni.
ACQUA ROSSA - Jurica Pavicic
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Questo romanzo di Liz Moore ci parla del passo che facciamo quando ci avviciniamo a un altro essere umano. Del coraggio che fare questo passo comporta, mettendoci in una posizione di squilibrio e di rischio. Cosa fa sì che le traiettorie di vita delle persone possano convergere? Cosa rende le nostre esistenze un reticolo di relazioni , o, viceversa, un algido schema di linee parallele? Cosa fa sì che le persone si buttino nel rischio delle relazioni, o, al contrario, si sottraggano per una vita intera? Il peso racconta storie di uomini e donne che hanno fatto dei propri corpi una via d'accesso o un muro invalicabile nella relazione con gli altri. Ma racconta anche della possibilità dell'incontro là dove le nostre solitudini sembrano aver fatto terra bruciata di ogni legame con il mondo.
IL PESO - Liz Moore
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Joseph Marti, impiegato in cerca di lavoro, è l'assistente che l'ufficio di collocamento indirizza alla villa di Carl Tobler, ingegnere progettista che in quel luogo ha ufficio, abitazione e famiglia. Un universo che presenta i tratti della solidità borghese (siamo in Svizzera, non a caso), ma che, una volta avvicinato, rivela paurose crepe e zone d'ombra. Sarà Joseph Marti, emblema della vacuità e dell'irresolutezza, ad avvicinarci a questo mondo, che lo attrae e lo disgusta in egual misura. La grandezza del romanzo di Robert Walser risiede nella capacità dell'autore di osservare questo universo con sguardo impassibile, rendendo le fratture interne dei suoi protagonisti rivelatrici delle crepe che stavano intaccando un intero mondo agli inizi del XX secolo.
L'ASSISTENTE - Robert Walser
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Siamo a Sarajevo nei giorni dell'attentato all'arciduca d'Austria. Allo scoppio della guerra Rajka Radakovic, la signorina del titolo, si dedica con caparbietà all'accumulazione di denaro attraverso piccole speculazioni e la pratica dell'usura. Finito il conflitto dovrà lasciare Sarajevo e rifugiarsi a Belgrado perchè la sua posizione si è fatta precaria e pericolosa. La signorina è una donna che ha promesso, sul letto di morte sel padre, di chiudere il suo cuore a qualsiasi tentazione di generosità, apertura e fiducia verso il prossimo: la bontà d'animo era stata la causa della rovina del genitore e lei ne ha tratto una lezione che la guiderà per il resto della vita. Chi pensasse che non sia possibile andare oltre Dickens nel raccontare il denaro e le sue perversioni, legga questo splendido romanzo di Ivo Andric e scoprirà abissi ancora insondati.
LA SIGNORINA - Ivo Andric
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Donbas, regione orientale dell'Ucraina confinante con la Russia. Non troviamo nel romanzo gli echi del conflitto in atto (è stato scritto nel 2009), bensì le macerie di quella transizione rapidissima e brutale che, dopo il crollo dell'Urss, ha portato in auge un capitalismo predatorio governato dalle nuove mafie. Una strana telefonata costringe il protagonista a lasciare la città per tornare nel paese in cui è nato e in cui il fratello gestisce una stazione di servizio, perchè quest'ultimo è scomparso. Inizia così un'avventura in cui azione, riflessione, sogni e ricordi d'infanzia si mescolano per comporre un quadro che racconta, insieme, un Paese e una generazione. Il lirismo della narrazione fa da controcanto alla durezza delle vicende, trovando accenti che ci lasciano stupefatti per tanta verità e bellezza: Fai quello che hai sempre fatto, Herman... Fai quello che hai sempre fatto. Non ignorare i vivi. E non dimenticare i morti
LA STRADA DEL DONBAS - Serhij Zadan
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A uno scrittore è stato commissionato un libro, forse un saggio, forse un romanzo. Tema: le passioni argentine. Viaggiatore solitario, si mette sulla strada alla ricerca di materiale, ma nel frattempo il padre fugge dall'ospedale dove è ricoverato. Alla ricerca delle presunte passioni nazionali si affianca dunque la più concreta ricerca del genitore. Ne nasce un libro di incontri con personaggi formidabili, ognuno dei quali potrebbe fare da pietra angolare per un nuovo racconto - si tratta invece di specchi, nei quali il protagonista si osserva, trasfigurato. Come succede nei grandi libri che hanno per protagonista un viaggiatore solitario, il viaggio avviene dentro e fuori di sè. Volevo dirti qualcosa adesso che è notte e le parole se ne vanno... Dirti che ti voglio bene, figlio, che il mio sogno sei tu.
L'ORA SENZ'OMBRA - Osvaldo Soriano
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Il 1994 è l'anno-chiave nella storia recente del Sudafrica: cade il regime segregazionista bianco e Nelson Mandela viene eletto Presidente della Repubblica. La promessa racconta le vicende di una famiglia bianca e benestante prima e dopo quella data, un prima e un dopo che si assomigliano molto più di quanto si potrebbe supporre. Come ha affermato in una recente intervista l'autore: La questione della terra è centrale nella vita del Sudafrica, lo è stato da sempre: prendere la terra, appropriarsi della terra, riconquistare la terra. Tante cose sono magari cambiare, ma la questione della terra resiste... Ed è proprio attorno ad essa che si dipanano le vicende della famiglia Swart, le sue lacerazioni interne e il suo aggrapparsi a un passato che non dà segni di cedimento. Formidabile la scrittura di Galgut, che con un gioco molto sofisticato (ma per nulla faticoso per il lettore) muove la voce narrante dentro e fuori lo sviluppo degli eventi, coinvolgendolo in una narrazione dai ritmi perfetti.
LA PROMESSA - Damon Galgut
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Scozia, primi del Novecento, una piccola cittadina mineraria: qui prende corpo l'epopea di Tam Docherty, uomo tutto d'un pezzo, minatore, padre di quattro figli, socialista inconsapevole, un combattente. La miniera è per lui sconfitta e riscatto, luogo di sfruttamento e di costruzione dell'identità. Sarà questo sentimento, ambivalente e contraddittorio, a riverberarsi sui figli e sulla moglie Jenny, altra figura centrale della storia. McIlvanney racconta con grande lucidità e precisione le vicende di una famiglia all'interno di una comunità, mettendo i suoi personaggi - così pazientemente indagati nelle spinte profonde che li muovono - al servizio di un grande affresco del conflitto di classe agli inizi del XX secolo. Parlandoci di ciò che accadde cento anni fa ci parla di quello che accade ancora oggi, in forme nuove e identica sostanza.
DOCHERTY - William McIlvanney
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Ogni cosa è pura casualità: nasci in un posto, ti trovi costretto ad andartene, e in un altro posto ancora lasci un rene alla scienza. Fortunato chi riesce a influenzare il caso. Chi lascia la propria casa non perchè deve, ma perchè vuole. Fortunato chi realizza desideri geografici. "Casa" e "caso" sono le due parole chiave di questo romanzo-memoir che affronta il tema delle origini. Stanisic nasce a Visegrad, in Bosnia, e dodicenne fugge con la famiglia dalla guerra, trovando rifugio in Germania. Il suo racconto, che oscilla tra passato e presente, fin dalle prime pagine assume una forma volutamente ambigua, in cui l'elemento realistico scivola impercettibilmente nel ricordo incerto, nella mitologia famigliare, e la figura che rende possibile questo gioco narrativo è la nonna, affetta da demenza senile. E' lei il vero cardine del romanzo, è lei a impersonare la natura elusiva di ogni narrazione e a ricordarci quanto peso abbia il caso nello svolgersi delle nostre vite.
ORIGINI - Sasa Stanisic
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