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Finalmente ristampato il romanzo di Halksandar Hemon, autore di Sarajevo che da anni vive negli Stati Uniti. Pur essendo uno "scrittore dell'esilio", è tra quelli che con maggior forza, ironia e intelligenza hanno saputo raccontare lo 'spirito' dell'ex Jugoslavia, e della Bosnia Erzegovina in particolare.
Chicago 1908, Lazarus Averbach viene ucciso dal capo della Polizia e si monta il caso del "pericoloso attentatore anarchico". Un secolo più tardi c'è chi vuole raccontare questa storia e ripercorre al contrario l'odissea migratoria di Lazarus: dagli Stati Uniti in Ucraina, Moldavia, Romania, fino a Sarajevo. Romanzo sul potere magico della narrazione, sul rapporto tra parola e immagine, sul confine incerto tra verità e finzione.
IL PROGETTO LAZARUS - Aleksandar Hemon
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Non dico addio è un romanzo caratterizzato dalla permeabilità tra il mondo dei vivi e quello dei morti, il dialogo tra sogno e veglia, e i suoi personaggi agiscono su un palcoscenico che intreccia la grande Storia con le vicende individuali dei protagonisti. In questo caso sono tre donne (le due protagoniste e la madre di una di loro) che in tempi e modi diversi faranno i conti con i fatti avvenuti a Jeju - la più grande isola della Corea del Sud - tra il 1948 e il 1949: C'era un ordine ben preciso del governo militare americano: bisognava fermare l'avanzata del comunismo, anche a costo di uccidere tutti i trecentomila abitanti dell'isola. Buona parte della narrativa contemporanea mette in scena storie e personaggi che si muovono entro il perimetro di traumi e gioie individuali, e lì restano: quello è l'orizzonte. Han Kang si muove nella direzione opposta e ci consegna, attraverso una scrittura asciutta e precisa, un'opera di grande forza, una testimonianza contro l'oblio.
NON DICO ADDIO - Han Kang
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In questo primo romanzo di Shirley Jackson è già presente l'universo inquietante che avrebbe caratterizzato i suoi lavori successivi: la separazione netta tra un "dentro" rassicurante e un "fuori" minaccioso. La famiglia, il quartiere, la piccola comunità... un nucleo di "uguali" che rifugge l'incontro con il diverso e l'ignoto. E il gioco (magistrale) dell'autrice consiste nel farci scivolare impercettibilmente, senza scossoni, verso un ribaltamento della prospettiva, fino a metterci di fronte all'orrore del "dentro", fatto di convenzioni, ipocrisie, perbenismo e borghesissime atrocità.
SHIRLEY JACKSON - La strada oltre il muro
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La vecchia Orin ha sessantanove anni e vive in un remoto villaggio sperduto tra le montagne del Giappone. Remoto e poverissimo, tant'è che si è dato la regola che gli anziani, compiuti i 70 anni, per non gravare sulle limitatissime risorse della comunità, vengano accompagnati sul Monte Narayama e lì lasciati al loro destino. Orin, uno spirito semplice e generoso, attende senza angoscia questo momento, attenta a "sistemare" tutto prima della partenza, consapevole di aver chiuso un ciclo che permetterà ad altri di continuare il proprio. In questo breve romanzo, ci sono tanti elementi distintivi della cultura e della letteratura giapponese classica: il confronto con i miti ancestrali, il senso della ritualità, il valore della pietà filiale... Ed è proprio nel rapporto tra la vecchia Orin e il figlio Tatsuhei che risiede il nucleo tematico del romanzo. E' pertinente il giudizio che ne darà Mishima: un capolavoro assoluto, un capolavoro sgradevole.
LE BALLATE DI NARAYAMA - Fukazawa Shichiro
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Quella di Marco D'Eramo è un'analisi puntuale e lucidissima su quanto è accaduto negli ultimi cinquant'anni, a cavallo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo: un rovesciamento di paradigma, dove il conflitto di classe, storicamente agito dalle classi subalterne, è oggi condotto (e vinto) dalle classi dominanti. Dunque una rivoluzione dall'alto verso il basso, dei governanti contro i governati, dei ricchi contro i poveri. Questa guerra - argomenta l'autore - bisogna raccontarla partendo dagli Stati Uniti, perchè sono l'impero della nostra epoca e gli altri paesei sono loro sudditi, più o meno docili, più o meno riottosi. Tra l'altro, uno degli effetti della vittoria che i dominanti hanno conseguito è stato di renderci ignari della nostra sudditanza e di annebbiare la percezione delle relazioni di potere... Come ci ricordava già molti anni fa Giovanni Jervis: l'oppressione modifica la psicologia degli oppressi.
DOMINIO - Marco D'Eramo
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Il sottotitolo del libro, "un viaggio alcolico in terre astemie" (paesi dove il consumo di alcol è vietato per ragioni di ordine religioso o culturale), inquadra bene il contesto: cosa significa procurarsi da bere dove farlo comporta più di un rischio. Non si tratta di una curiosità fine a se stessa, ma di un'occasione per riflettere su una sostanza che altera il nostro stato di coscienza, ma il cui utilizzo va di gran lunga oltre la ricerca del piacere individuale. L'alcol è una sostanza che separa la coscienza dalla vera sé stessa, e quindi dagli altri? Se è così, vuol dire che passiamo tutta la vita in uno stato di impercettibile falsità. Ma l'alcol crea la maschera oppure la strappa via? L'alcol asseconda un'attitudine introspettiva che attraversa tutto il libro di Osborne, e il suo viaggio alcolico sembra dirci che questa sostanza è sia la maschera che indossiamo sia ciò che di noi rimane dopo essercela tolta. Santi e bevitori è un libro profondo e leggero insieme, acuto e divertente, come raramente capita di leggerne.
SANTI E BEVITORI - Lawrence Osborne
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In una notte dell'ottobre del '42, sul fronte russo, alla vigilia della battaglia di Stalingrado, poche ore separano dalla morte un uomo condannato per diserzione. Con lui, e con chi comanderà il plotone d'esecuzione, si confronta un cappellano militare dell'esercito tedesco. In poche pagine è condensato un pensiero di grande potenza sul tema della morte e della relazione con l'Altro, viste attraverso la lente di un tempo che va finendo, quello che ci resta da vivere. Implacabile la condanna della guerra: Non si tratterà di odiare (...) la guerra. L'odio, se così si può dire, è un sentimento positivo. Bisogna sconsacrare la guerra. Toglierle ogni incanto. Bisogna inculcare nella coscienza umana la certezza di come sia banale e laido questo mestiere di soldato.
NOTTE INQUIETA - Albrecht Goes
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Quattro storie si alternano, capitolo dopo capitolo, componendo un affresco collocato in un tempo vicino al nostro, ma imprecisato, nel quale il vero soggetto è lo sfondo: la città di New York. I protagonisti di queste storie, che si incrociano con il procedere del romanzo, assorbono nelle proprie traiettorie - siano queste segnate dalla solitudine o al contrario da un frenetico intrecciarsi con vite altrui - un senso di transitorietà che è specchio della capacità della città di mutare molto rapidamente, pur rimanendo sempre se stessa: New York impegnata ad essere nuova e ad essere New York. Sola tra le cose, è diventata più giovane invece che più vecchia. La scrittura di Jim Lewis è netta, precisa, fatta di immagini concrete e brevi digressioni speculative che si influenzano e potenziano a vicenda. Tu, città del ricordo e dell'oblio. (...) Cambierà tutto: le persone svaniranno, e quelle rimaste invecchieranno. Ma tu non cambierai.
FANTASMI DI NEW YORK - Jim Lewis
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Viaggiare nella Russia sovietica tra il 1926 e il 1927 come giornalisti, ha già in sè qualcosa di straordinario, ma se a farlo è Israel Joshua Singer, con il suo grande talento narrativo, il risultato non può che rivelarsi di enorme interesse. Inviato dal Forverts, quotidiano yiddish di New York, Singer, come osserva Francesco Cataluccio nella nota finale, compirà un duplice viaggio: nella giovane Russia dei soviet e nel mondo ebraico orientale, per capire quanto anche lì stesse cambiando. Lo farà muovendosi tra Mosca, Kiev, Minsk, Odessa e i più sperduti shtetl della campagna sovietica, con uno sguardo curioso e per nulla ingenuo, capace di cogliere l'universale nel dettaglio, di stupirsi di fronte alle conquiste del processo rivoluzionario e di coglierne le contraddizioni: che cosa ha fatto di male il grande combattente e il grand'uomo Lenin (...) per (essere) ridotto a una divinità?
LA NUOVA RUSSIA - Israel Joshua Singer
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Ripubblicato con una nuova traduzione di Liljana Cuka uno dei romanzi più belli del grande scrittore albanese Ismail Kadare. A Istanbul è insediata un'istituzione potente e misteriosa, il Tabir Sarraj, il Palazzo dei Sogni, che ha il compito di raccogliere, classificare e interpretare i sogni di tutti gli abitanti dello sterminato Impero Ottomano: una funzione di controllo e di indirizzo, per sondare ciò che alberga nell'inconscio collettivo dei sudditi del regno. Lì assumerà un incarico il giovane Mark-Alem, rampollo di una potente famiglia di origine albanese che ha conosciuto alterne fortune nel rapporto con i sovrani, e avrà modo di toccare con mano la natura di un inferno burocratico che è, al contempo, una straordinaria macchina per la gestione del potere. L'accostamento di quest'opera alle poetiche di Borges e Kafka non è improprio.
IL PALAZZO DEI SOGNI - Ismail Kadare
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Noreen, Aisha, Kauras, tre sorelle nate negli Stati Uniti, di origine pakistana, quando rimangono orfane vengono affidate a uno zio - di fatto uno sconosciuto - il cui unico interesse è quello di incassare gli assegni versati dal governo per il loro mantenimento. Prima bambine, poi ragazze e infine giovani donne, seguiamo le loro vicende attraverso la voce di Kausar, la più piccola delle tre. Ed è a questa voce che l'autrice si affida per compiere un'operazione per nulla semplice, quella di mischiare i registri della prosa e della poesia, senza che questo susciti in noi un'impressione di artificiosità. Al contrario, il senso di questa storia di lotta e di sorellanza è tutta nella forma che la contiene: destrutturara, come la vita delle tre protagoniste, autentica, come la scrittura di Fatimah Asghar.
QUANDO ERAVAMO SORELLE - Fatimah Asghar
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Adania Shibli, scrittrice palestinese, racconta in questo romanzo una storia esemplare, che mette in relazione l'espulsione di oltre 700.000 palestinesi dalle loro terre ad opera dell'esercito israeliano (1948) con l'occupazione che ancora oggi perdura nei Territori Occupati attraverso il controllo militare e il continuo espandersi delle colonie. Una donna di Ramallah, ai giorni nostri, indaga su un episodio accaduto nel 1949 nel deserto del Negev: lo stupro e l'uccisione di una giovane beduina ad opera di militari israeliani. L'esito della sua ricerca dice molto su ciò che accade, ancora oggi, nella Palestina occupata.
UN DETTAGLIO MINORE - Adania Shibli
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La vicenda di Georg Kobbe, ebreo tedesco rifugiatosi negli Stati Uniti per sfuggire alla persecuzione nazista, è apparentemente simile a quella di altri intellettuali, oppositori del regime, che sono riusciti a mettersi in salvo sull'altra sponda dell'oceano. Ma Georg Kobbe non era un oppositore, era uno che di sè diceva: Apprezzo la vita comoda... In circostanze normali sarei di certo diventato un membro utile della società... consapevole che "il diavolo non è mai brutto come lo si dipinge" e che la verità sta sempre nel mezzo, ovvero là dove non può far danno. Insomma, un borghese pavido soddisfatto di sè e del mondo. Ma le circostanze in cui vivrà non saranno affatto normali e questo cambierà radicalmente la sua vita e il suo sguardo sul mondo. Splendido romanzo, in parte autobiografico, capace come pochi altri di illuminare un'intera epoca.
I POCHI E I MOLTI - Hans Sahl
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Il sogno di navigare su una barca costruita con le proprie mani, la fascinazione per la natura primordiale, il legame fortissimo con il padre, la sorella, i fratelli e una madre della quale conserva solo vaghi ricordi: questi gli ingredienti che fanno dell'infanzia di Ned un periodo inquieto e pieno di domande. Ned e la balena è un romanzo di formazione in cui passato e futuro si tengono senza soluzione di continuità, alternando capitoli del Ned ragazzo e del Ned adulto, entrambi in cerca di un proprio posto nel mondo, quasi a dirci che la risposta è sempre un po' più in là del nostro immediato presente. Guardarono le balene galleggiare nelle tenebre, soffiando nell'aria... Il padre di Ned avviò il motore... "Quando si ha paura di una cosa, è molto meglio cercare di capirla". Posò una mano sulla testa di Ned, e la sua pelle ruvida fermò i brividi del ragazzo. "Vederla da vicino".
NED E LA BALENA - Robbie Arnott
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Volti di un secolo - il Novecento in 52 ritratti |
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Franco Moretti, curatore del libro, usa questa formula: "mettersi di fronte alla morte per capire meglio una vita". Volti di un secolo è, in buona sostanza, un libro di necrologi. I 52 ritratti evocati dal sottotitolo sono 52 brevi ricordi (ma il termine è impreciso, perchè al tema del ricordo si affianca il ben più pregnante sforzo della sintesi) dedicati a uomini e donne che, in misura diversa e in diversi campi, hanno "fatto" il Novecento. Solo qualche nome, alla rinfusa: Gyorgy Lukacs, Louis Aragon, Simone de Beauvoir, Natalia Ginzburg, Lelio Basso, Aldo Natoli, Christa Wolf, Franco Fortini, Salvador Allende, Herbert Marcuse... A ognuno di essi sono dedicate poche pagine, ed è in questa asciuttezza il fascino di un'opera che ci restituisce, attraverso la scrittura elegante e precisa di Rossana Rossanda, la temperie di un intero secolo.
VOLTI DI UN SECOLO - IL NOVECENTO IN 52 RITRATTI - Rossana Rossanda
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Si schiudeva il mattino. Le montagne si alzavano sopra la terra, la steppa intorno si rasserenava, si allargava. Sul bordo del burrone bruciavano ancora senza fiamma i carboni imbruniti del fuoco ormai spento. Ajtmatov è stato il grande cantore della vita nelle steppe e montagne del Kirghizistan. Ha saputo coniugare il quadro epico in cui si collocano le sue storie con uno sguardo attento agli esiti della rivoluzione sovietica: lontano dai clichè del realismo socialista, ha raccontato senza infingimenti le conquiste e le miserie del '17. A fare da contraltare a rapporti umani spesso immiseriti dall'arrivismo e dal carrierismo (il quadro è quello del sistema dei kolchoz e della collettivizzazione agricola) c'è il rapporto profondo che lega il contadino Tanabaj al suo cavallo Gul'sary e la ricerca di libertà nella verità delle relazioni.
ADDIO GUL'SARY - Cingiz Ajtmatov
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Una donna, un uomo, sei figli. Questi sono gli Stramer: ebrei polacchi che in una piccola cittadina vicina a Cracovia, agli inizi del '900, si arrabattano tra le disastrose trovate imprenditoriali del padre, l'ironia affettuosa della madre, gli studi, le liti e gli amori dei figli. Una famiglia che ricorda quelle raccontate da Isaac B. Singer nei suoi romanzi "europei", con un innesto di ironia e divertimento mutuati (forse) dall'umorismo praghese di Bohumil Hrabal e Ota Pavel. A ogni modo, agli Stramer di certo non era permesso entrare in quella pasticceria. Per non parlare poi di quel locale in cui era riuscito a infilarsi qualche tempo prima, nonostante il cartello "Ingresso vietato a cani ed ebrei". Nusek aveva sentito lo sguardo indagatore del cameriere all'entrata. E perciò gli aveva chiesto: "Perchè i cani no?".
GLI STRAMER - Mikolaj Lozinski
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In quei giorni di luglio del 1878 Sarajevo ribolliva come un alveare in subbuglio. (...) Da sempre Sarajevo conosceva tempi così, quando uomini comuni, buoni e coscienziosi, trasgressori e deboli, a un tratto si trasformavano e si dividevano in eroi e in rinnegati, in santi e in maledetti, e diventavano ciechi per tutto ciò che fino a quel momento riempiva la loro vita e li legava gli uni agli altri.
I nove splendidi racconti che compongono questa raccolta sono stati scritti nell'arco di un trentennio (1946 - 1976) e immortalano lo spirito di una città a cavallo tra XIX e XX secolo: raccontano storie di gente comune e piccoli fatti quotidiani all'ombra della grande Storia, con la capacità di gettare luce e anticipare, in modo profetico, quello che sarebbe avvenuto anni più tardi con la dissoluzione della Jugoslavia.
RACCONTI DI SARAJEVO - Ivo Andric
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Un libro su Milano, ma soprattutto sulla Milano del dopo Expo. Se vi siete accorti che agli spazi pubblici si vanno sostituendo sempre più spesso spazi privati "ad uso pubblico"; se avete notato che "riqualificare" le periferie non significa mai costruire nuove case popolari ma espellerne gli abitanti; se vi siete chiesti perchè in questa città le politiche sociali siano ormai appannaggio delle fondazioni bancarie; se avete notato le connivenze, i silenzi e le ambiguità del Terzo settore nei processi di privatizzazione dei servizi... in questo libro troverete un'analisi lucidissima del Modello Milano, ammantato della sua retorica smart, green, partecipativa, e delle sue insopportabili week.
L'INVENZIONE DI MILANO - Lucia Tozzi
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