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Viaggiare nella Russia sovietica tra il 1926 e il 1927 come giornalisti, ha già in sè qualcosa di straordinario, ma se a farlo è Israel Joshua Singer, con il suo grande talento narrativo, il risultato non può che rivelarsi di enorme interesse. Inviato dal Forverts, quotidiano yiddish di New York, Singer, come osserva Francesco Cataluccio nella nota finale, compirà un duplice viaggio: nella giovane Russia dei soviet e nel mondo ebraico orientale, per capire quanto anche lì stesse cambiando. Lo farà muovendosi tra Mosca, Kiev, Minsk, Odessa e i più sperduti shtetl della campagna sovietica, con uno sguardo curioso e per nulla ingenuo, capace di cogliere l'universale nel dettaglio, di stupirsi di fronte alle conquiste del processo rivoluzionario e di coglierne le contraddizioni: che cosa ha fatto di male il grande combattente e il grand'uomo Lenin (...) per (essere) ridotto a una divinità?
LA NUOVA RUSSIA - Israel Joshua Singer
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Ripubblicato con una nuova traduzione di Liljana Cuka uno dei romanzi più belli del grande scrittore albanese Ismail Kadare. A Istanbul è insediata un'istituzione potente e misteriosa, il Tabir Sarraj, il Palazzo dei Sogni, che ha il compito di raccogliere, classificare e interpretare i sogni di tutti gli abitanti dello sterminato Impero Ottomano: una funzione di controllo e di indirizzo, per sondare ciò che alberga nell'inconscio collettivo dei sudditi del regno. Lì assumerà un incarico il giovane Mark-Alem, rampollo di una potente famiglia di origine albanese che ha conosciuto alterne fortune nel rapporto con i sovrani, e avrà modo di toccare con mano la natura di un inferno burocratico che è, al contempo, una straordinaria macchina per la gestione del potere. L'accostamento di quest'opera alle poetiche di Borges e Kafka non è improprio.
IL PALAZZO DEI SOGNI - Ismail Kadare
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Noreen, Aisha, Kauras, tre sorelle nate negli Stati Uniti, di origine pakistana, quando rimangono orfane vengono affidate a uno zio - di fatto uno sconosciuto - il cui unico interesse è quello di incassare gli assegni versati dal governo per il loro mantenimento. Prima bambine, poi ragazze e infine giovani donne, seguiamo le loro vicende attraverso la voce di Kausar, la più piccola delle tre. Ed è a questa voce che l'autrice si affida per compiere un'operazione per nulla semplice, quella di mischiare i registri della prosa e della poesia, senza che questo susciti in noi un'impressione di artificiosità. Al contrario, il senso di questa storia di lotta e di sorellanza è tutta nella forma che la contiene: destrutturara, come la vita delle tre protagoniste, autentica, come la scrittura di Fatimah Asghar.
QUANDO ERAVAMO SORELLE - Fatimah Asghar
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Adania Shibli, scrittrice palestinese, racconta in questo romanzo una storia esemplare, che mette in relazione l'espulsione di oltre 700.000 palestinesi dalle loro terre ad opera dell'esercito israeliano (1948) con l'occupazione che ancora oggi perdura nei Territori Occupati attraverso il controllo militare e il continuo espandersi delle colonie. Una donna di Ramallah, ai giorni nostri, indaga su un episodio accaduto nel 1949 nel deserto del Negev: lo stupro e l'uccisione di una giovane beduina ad opera di militari israeliani. L'esito della sua ricerca dice molto su ciò che accade, ancora oggi, nella Palestina occupata.
UN DETTAGLIO MINORE - Adania Shibli
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La vicenda di Georg Kobbe, ebreo tedesco rifugiatosi negli Stati Uniti per sfuggire alla persecuzione nazista, è apparentemente simile a quella di altri intellettuali, oppositori del regime, che sono riusciti a mettersi in salvo sull'altra sponda dell'oceano. Ma Georg Kobbe non era un oppositore, era uno che di sè diceva: Apprezzo la vita comoda... In circostanze normali sarei di certo diventato un membro utile della società... consapevole che "il diavolo non è mai brutto come lo si dipinge" e che la verità sta sempre nel mezzo, ovvero là dove non può far danno. Insomma, un borghese pavido soddisfatto di sè e del mondo. Ma le circostanze in cui vivrà non saranno affatto normali e questo cambierà radicalmente la sua vita e il suo sguardo sul mondo. Splendido romanzo, in parte autobiografico, capace come pochi altri di illuminare un'intera epoca.
I POCHI E I MOLTI - Hans Sahl
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Il sogno di navigare su una barca costruita con le proprie mani, la fascinazione per la natura primordiale, il legame fortissimo con il padre, la sorella, i fratelli e una madre della quale conserva solo vaghi ricordi: questi gli ingredienti che fanno dell'infanzia di Ned un periodo inquieto e pieno di domande. Ned e la balena è un romanzo di formazione in cui passato e futuro si tengono senza soluzione di continuità, alternando capitoli del Ned ragazzo e del Ned adulto, entrambi in cerca di un proprio posto nel mondo, quasi a dirci che la risposta è sempre un po' più in là del nostro immediato presente. Guardarono le balene galleggiare nelle tenebre, soffiando nell'aria... Il padre di Ned avviò il motore... "Quando si ha paura di una cosa, è molto meglio cercare di capirla". Posò una mano sulla testa di Ned, e la sua pelle ruvida fermò i brividi del ragazzo. "Vederla da vicino".
NED E LA BALENA - Robbie Arnott
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Volti di un secolo - il Novecento in 52 ritratti |
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Franco Moretti, curatore del libro, usa questa formula: "mettersi di fronte alla morte per capire meglio una vita". Volti di un secolo è, in buona sostanza, un libro di necrologi. I 52 ritratti evocati dal sottotitolo sono 52 brevi ricordi (ma il termine è impreciso, perchè al tema del ricordo si affianca il ben più pregnante sforzo della sintesi) dedicati a uomini e donne che, in misura diversa e in diversi campi, hanno "fatto" il Novecento. Solo qualche nome, alla rinfusa: Gyorgy Lukacs, Louis Aragon, Simone de Beauvoir, Natalia Ginzburg, Lelio Basso, Aldo Natoli, Christa Wolf, Franco Fortini, Salvador Allende, Herbert Marcuse... A ognuno di essi sono dedicate poche pagine, ed è in questa asciuttezza il fascino di un'opera che ci restituisce, attraverso la scrittura elegante e precisa di Rossana Rossanda, la temperie di un intero secolo.
VOLTI DI UN SECOLO - IL NOVECENTO IN 52 RITRATTI - Rossana Rossanda
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Si schiudeva il mattino. Le montagne si alzavano sopra la terra, la steppa intorno si rasserenava, si allargava. Sul bordo del burrone bruciavano ancora senza fiamma i carboni imbruniti del fuoco ormai spento. Ajtmatov è stato il grande cantore della vita nelle steppe e montagne del Kirghizistan. Ha saputo coniugare il quadro epico in cui si collocano le sue storie con uno sguardo attento agli esiti della rivoluzione sovietica: lontano dai clichè del realismo socialista, ha raccontato senza infingimenti le conquiste e le miserie del '17. A fare da contraltare a rapporti umani spesso immiseriti dall'arrivismo e dal carrierismo (il quadro è quello del sistema dei kolchoz e della collettivizzazione agricola) c'è il rapporto profondo che lega il contadino Tanabaj al suo cavallo Gul'sary e la ricerca di libertà nella verità delle relazioni.
ADDIO GUL'SARY - Cingiz Ajtmatov
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Una donna, un uomo, sei figli. Questi sono gli Stramer: ebrei polacchi che in una piccola cittadina vicina a Cracovia, agli inizi del '900, si arrabattano tra le disastrose trovate imprenditoriali del padre, l'ironia affettuosa della madre, gli studi, le liti e gli amori dei figli. Una famiglia che ricorda quelle raccontate da Isaac B. Singer nei suoi romanzi "europei", con un innesto di ironia e divertimento mutuati (forse) dall'umorismo praghese di Bohumil Hrabal e Ota Pavel. A ogni modo, agli Stramer di certo non era permesso entrare in quella pasticceria. Per non parlare poi di quel locale in cui era riuscito a infilarsi qualche tempo prima, nonostante il cartello "Ingresso vietato a cani ed ebrei". Nusek aveva sentito lo sguardo indagatore del cameriere all'entrata. E perciò gli aveva chiesto: "Perchè i cani no?".
GLI STRAMER - Mikolaj Lozinski
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In quei giorni di luglio del 1878 Sarajevo ribolliva come un alveare in subbuglio. (...) Da sempre Sarajevo conosceva tempi così, quando uomini comuni, buoni e coscienziosi, trasgressori e deboli, a un tratto si trasformavano e si dividevano in eroi e in rinnegati, in santi e in maledetti, e diventavano ciechi per tutto ciò che fino a quel momento riempiva la loro vita e li legava gli uni agli altri.
I nove splendidi racconti che compongono questa raccolta sono stati scritti nell'arco di un trentennio (1946 - 1976) e immortalano lo spirito di una città a cavallo tra XIX e XX secolo: raccontano storie di gente comune e piccoli fatti quotidiani all'ombra della grande Storia, con la capacità di gettare luce e anticipare, in modo profetico, quello che sarebbe avvenuto anni più tardi con la dissoluzione della Jugoslavia.
RACCONTI DI SARAJEVO - Ivo Andric
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Un libro su Milano, ma soprattutto sulla Milano del dopo Expo. Se vi siete accorti che agli spazi pubblici si vanno sostituendo sempre più spesso spazi privati "ad uso pubblico"; se avete notato che "riqualificare" le periferie non significa mai costruire nuove case popolari ma espellerne gli abitanti; se vi siete chiesti perchè in questa città le politiche sociali siano ormai appannaggio delle fondazioni bancarie; se avete notato le connivenze, i silenzi e le ambiguità del Terzo settore nei processi di privatizzazione dei servizi... in questo libro troverete un'analisi lucidissima del Modello Milano, ammantato della sua retorica smart, green, partecipativa, e delle sue insopportabili week.
L'INVENZIONE DI MILANO - Lucia Tozzi
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Raramente si incontrano scrittori in grado di gestire registri tanto diversi: Bambini nel tempo, Lettera a Berlino, Espiazione, Solar... portano tutti i segni caratteristici della scrittura di McEwan, eppure è come se in ognuna di queste storie risuonasse una musica appartenente a un diverso genere. Lezioni rappresenta una sintesi di alcuni dei generi e dei temi che ricorrono nella sua opera: la seduzione, il potere distruttivo del sesso, l'abbandono... ma il vero tema unificante è il tempo, il tempo della grande Storia (la Guerra fredda, la minaccia nucleare, la caduta del Muro di Berlino, l'invasione dell'Iraq...) che si intreccia con il tempo individuale di un uomo che per tutta la vita si interrogherà sul significato dei legami (spezzati) che hanno accompagnato le sue esperienze. Lezioni è un grande libro, forse il romanzo più convincente di Ian McEwan.
LEZIONI - Ian McEwan
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Il Moro, figlio di contadini, fin da piccolo guarda verso la montagna con occhi diversi da quelli dei suoi genitori e dei suoi paesani. Prova un'inquietudine, un'attrazione, alla quale non sa dare ancora un nome, sa però che il suo posto non è in valle ma là in alto. Prima malgaro, poi guida alpina, poi rifugista, tutta la parabola del Moro si sviluppa attorno alla montagna ("la Grapa", per i valligiani, il Monte Grappa per tutti gli altri) che segnerà la linea del fronte durante la Grande Guerra. Da luogo di pace e silenzi si trasformerà in un'area sventrata dai bombardamenti e, ancora peggio, trasformata dalle fanfare della retorica nel simbolo del sacrificio e del coraggio. La vita del Moro (al secolo Agostino Faccin, 1866-1951) sarà interamente segnata da una lotta ostinata contro lo scempio di quei luoghi e di quella memoria, attraverso gesti individuali che, pur senza prendere le forme della consapevolezza politica, lo porteranno a schierarsi, sempre, dalla parte degli oppressi.
IL MORO DELLA CIMA - Paolo Malaguti
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In un'isolata comunità della Turingia (ex Germania Est) si è insediato un gruppo di neonazisti. In pochi sembrano preoccuparsi seriamente della cosa. Tantomeno se ne cura Florian Herscht, figura centrale del romanzo, un gigante buono col cervello di bambino, legato al capobanda nazi, suo datore di lavoro, da un rapporto di muta e timorosa obbedienza. Le sue preoccupazioni sono indirizzate piuttosto alla catastrofe incombente che è convinto porterà l'universo a scomparire. Ma ciò che è destinato a distruggersi e a scomparire è in realtà molto più vicino a lui e a noi. Misurarsi con la scrittura di Krasznahorkai è un'esperienza che mette alla prova ma che riconcilia con la magia e la forza dell'invenzione narrativa.
HERSCHT 07769 - Laszlo Krasznahorkai
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New York, anni '50. La vita del finanziere Henry Bevel e di sua moglie Mildred è stata raccontata in modo calunnioso (a detta di lui) in un romanzo. Questo romanzo compone la prima parte di Trust. La seconda, più breve, contiene la versione della medesima storia raccontata dallo stesso Bevel: versione appena abbozzata, lacunosa. Il finanziere si rivolge dunque a una giovane segretaria di origini italiane per riscriverla, sotto il suo stretto controllo: questa vicenda compone la terza parte di Trust. E infine, molti anni dopo, la stessa ex segretaria, ormai scrittrice, si imbatte in un quadernetto che raccoglie gli appunti presi dalla moglie di Bevel nei suoi ultimi giorni di vita. Questa quarta - e brevissima - ultima parte di Trust ribalta il quadro che ci eravamo costruiti, e lo fa con forza ed eleganza. I veri protagonisti del bel romanzo di Hernan Diaz sono il mondo della finanza e il suo motore, il denaro, rappresentato nella sua forma più vera e più astratta, quella di feticcio.
TRUST - Hernan Diaz
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Acqua rossa copre quasi trent'anni di storia della Dalmazia (1989 - 2017), dallo scoppio della guerra che avrebbe portato alla dissoluzione della Jugoslavia, a un presente fatto di economie legate quasi esclusivamente al turismo, con ciò che questo comporta in termini di speculazione edilizia, corruzione, dissoluzione delle comunità locali: in questo quadro si innesta la storia di Silva, una diciassettenne che improvvisamente scompare dal paesino della costa, vicino a Spalato, dove vive. La sua sparizione innesca un'indagine che colloca a pieno titolo questo romanzo nella famiglia del noir, genere che, per definizione, dovrebbe illuminare lati oscuri della società in cui la storia si sviluppa. Dovrebbe, perchè molto raramente questo accade davvero. Acqua rossa invece ci riesce in pieno, regalandoci una vicenda avvincente e un formidabile spaccato della Croazia dei nostri giorni.
ACQUA ROSSA - Jurica Pavicic
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Questo romanzo di Liz Moore ci parla del passo che facciamo quando ci avviciniamo a un altro essere umano. Del coraggio che fare questo passo comporta, mettendoci in una posizione di squilibrio e di rischio. Cosa fa sì che le traiettorie di vita delle persone possano convergere? Cosa rende le nostre esistenze un reticolo di relazioni , o, viceversa, un algido schema di linee parallele? Cosa fa sì che le persone si buttino nel rischio delle relazioni, o, al contrario, si sottraggano per una vita intera? Il peso racconta storie di uomini e donne che hanno fatto dei propri corpi una via d'accesso o un muro invalicabile nella relazione con gli altri. Ma racconta anche della possibilità dell'incontro là dove le nostre solitudini sembrano aver fatto terra bruciata di ogni legame con il mondo.
IL PESO - Liz Moore
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Joseph Marti, impiegato in cerca di lavoro, è l'assistente che l'ufficio di collocamento indirizza alla villa di Carl Tobler, ingegnere progettista che in quel luogo ha ufficio, abitazione e famiglia. Un universo che presenta i tratti della solidità borghese (siamo in Svizzera, non a caso), ma che, una volta avvicinato, rivela paurose crepe e zone d'ombra. Sarà Joseph Marti, emblema della vacuità e dell'irresolutezza, ad avvicinarci a questo mondo, che lo attrae e lo disgusta in egual misura. La grandezza del romanzo di Robert Walser risiede nella capacità dell'autore di osservare questo universo con sguardo impassibile, rendendo le fratture interne dei suoi protagonisti rivelatrici delle crepe che stavano intaccando un intero mondo agli inizi del XX secolo.
L'ASSISTENTE - Robert Walser
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