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Irlanda, Contea di Donegal, estate del '45. Barnabas Kane, figlio di quella terra, emigrato in America anni prima, è ora tornato per cominciare una nuova vita. Ma verrà accolto come uno straniero in patria. E' sua moglie Eskra, l'"americana", a dare voce a questa condizione: ... questa povertà persistente, simile a una riluttanza irradiata da loro stessi, un temperamento più inflessibile di una roccia. E poi quell'espressione incrostata sui loro volti, gli sguardi insistenti e sospettosi, come un giudizio biblico che vi dichiara stranieri e vi considera insignificanti se non siete nati qua. Barnabas è a sua volta un lottatore, caparbio e ostinato, ma l'incendio della stalla in cui perde la vita il suo aiutante innesca una catena di eventi che ci lascia sbalorditi, mettendoci di fronte a quel che resta dell'uomo quando a prevalere sono le leggi del sospetto e della paura. Una grande parabola sul concetto di 'straniero', oltre che un bellissimo romanzo.
NEVE NERA - Paul Lynch
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E' il deserto dello Utah al centro di questo romanzo. Popolato da uomini e donne con un passato ingombrante alle spalle. Walt, l'anziano e scontroso gestore del diner che tiene regolarmente chiuso; John, il predicatore che da anni trasporta un'enorme croce, alla cui base ha applicato una rotella; Duncan e Fergus che vivono in un vagone ferroviario in mezzo al nulla... fanno parte di questo mondo immerso nella luce e nel silenzio. Non fa eccezione Ben Jones, il protagonista, che con il suo camion percorre ogni giorno la vecchia statale 117: Quella gente era una razza a parte. Li conoscevo uno per uno, ma tutte le parole che ci eravamo scambiati nel corso degli anni probabilmente non arrivavano a riempire il retro di una cartolina (...). Tra un buongiorno e un ci vediamo c'era uno spesso strato di silenzio che raccontava storie impossibili da dimenticare. E' l'America delle "strade blu", al suo meglio.
IL DINER NEL DESERTO - James Anderson
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Saska e Kol'ka, i gemelli Kuz'min, sono indistinguibili e inseparabili. La loro forza è tutta in questa simbiosi e nell'impossibilità di essere distinti uno dall'altro, opportunità che sfruttano per le due uniche cose che contano: sopravvivere e procurarsi il cibo. Siamo in Urss nel 1944, penultimo anno di guerra, e i Kuz'min stanno per essere trasferiti dall'orfanotrofio di Mosca dove sono cresciuti, nella regione del Caucaso, terra mitica ai loro occhi, dove sognano di trovare splendide montagne, pace e cibo in quantità. In realtà ciò che troveranno sono le sacche della resistenza cecena, residuo della deportazione di un popolo accusato di collaborazionismo con l'invasore nazista. Qui l'imperativo tornerà ad essere quello di sempre: sopravvivere. Inseparabili è un romanzo che ci costringe a pensare che cosa è stata l'infanzia in altri tempi, in altri luoghi. E che cos'è, per moltissimi, ancora oggi.
INSEPARABILI. DUE GEMELLI NEL CAUCASO - Anatolij Pristavkin
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Siamo In Alto Adige, a cavallo della Seconda Guerra Mondiale. Nelle scuole è vietato insegnare e parlare tedesco e Trina, maestra elementare, è costretta a insegnare nelle katakombenschulen, le scuole clandestine messe fuori legge dal fascismo. Erich, che diventerà suo marito, è invece impegnato a contrastare i progetti di costruzione della diga che minaccia di sommergere il paese dove vivono. La loro è dunque una storia di resistenza, che coinvolge l'intera popolazione sudtirolese, ma, come tutte le storie "vere", piena di contraddizioni e zone d'ombra. L'interesse personale, la paura, guideranno le scelte di molti, mentre altri - una minoranza spesso malvista dalle stesse vittime - si batteranno per difendere la propria vita insieme all'interesse generale. Un romanzo che racconta la montagna povera e la sua gente, con un linguaggio essenziale e atmosfere che ricordano quelle evocate da Mario Rigoni Stern.
RESTO QUI - Marco Balzano
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Tutto il lavoro di Annie Ernaux è autobiografico, in senso ampio: una sorta di collage dal quale la sua figura emerge per sottrazione. Il posto (1983) e Una donna (1988), compongono un dittico che l'autrice dedica ai propri genitori, al padre il primo libro, alla madre il secondo. Si tratta di una narrazione speculare perchè quasi identici sono i fatti raccontati. Ma le pagine più belle, di una durezza a tratti insopportabile, che troviamo in Una donna, raccontano una storia che è solo di lei. Sono gli ultimi anni, segnati dalla chiusura dell'attività lavorativa e dalla malattia. Con la fine del lavoro vengono meno le relazioni quotidiane che davano un senso alle giornate della madre. Con l'insorgere dell'Alzheimer il senso di sradicamento e distacco si fa ancora più profondo. E' con queste vicende, che sentiamo così terribili e insieme così familiari e così vicine, che l'autrice ci avvicina al tema del distacco e della trasformazione attraverso la perdita.
UNA DONNA - Annie Ernaux
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Bois Sauvage, Mississippi, agosto 2005. L'uragano Katrina sta per abbattersi sulle coste del sud degli Stati Uniti. Esch, Skeetah, Randall, Junior e il loro padre si preparano all'evento. Una famiglia di neri, cresciuta a junk food e combattimenti di cani, orfana della madre, con un destino apparentemente segnato e l'uragano che sembra arrivare apposta per dare la spallata finale. Ma la realtà a volte riserva delle sorprese. Di fronte all'uragano il corso degli eventi prende una piega inaspettata: il padre non è quel che sembra, e, a ben guardare, neppure i ragazzi. Ma è soprattutto lei, Esch, 14 anni, unica donna e vera protagonista del romanzo, a non rispettare il copione: lei legge la storia degli Argonauti, lei è Medea, la vendicatrice. Salvare le ossa è un libro formidabile per la potenza della storia, per la qualità della scrittura, per la capacità di definire in pochi tratti l'anima dei personaggi.
SALVARE LE OSSA - Jesmyn Ward
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Anni Cinquanta del '900. Louise è cresciuta in un paesino delle Alpi francesi, in un ambiente chiuso, segnato dalle paure e dalle miserie che la guerra ha lasciato dietro di sè. Poi il salto verso Lione, la grande città, gli studi universitari, l'ambiente cosmopolita... una finestra dalla quale entra aria nuova. Louise respira libertà, e questa ebbrezza porta con sè esperienze e curiosità, una consapevolezza nuova rispetto al suo essere nel mondo. Altra epoca, altre vicende, ma il richiamo al Jules et Jim di Francois Truffaut è forte: là il mondo affrontava il baratro della Prima Guerra, qui è appena uscito dalla Seconda, eppure il bisogno di libertà e di verità che i protagonisti esprimono è il medesimo: la ricerca di autenticità nelle relazioni ha un prezzo, la vita è materia incandescente.
VELOCE LA VITA - Sylvie Schenk
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La fame è una pessima maestra (...), una maestra altrettanto incapace è la guerra. Nel 1946 un giornalista svedese si aggira tra le macerie della Germania sconfitta osservando, chiedendo, sforzandosi di raccontare ciò che tanti liquidano come "indescrivibile". E' Stig Dagerman, un giovane di formazione anarchica e libertaria, che, senza pregiudizi, cerca di decifrare il presente alla luce del presente e, interrogando, si interroga, osservando, si osserva. Dopo aver raccontato la vita di stenti di una famiglia che vive in una cantina allagata, scrive: Se si cerca di interrogare il tedesco della cantina sulle lezioni tratte dalla guerra, non ci si sente purtroppo rispondere che questa gli ha insegnato a odiare e disprezzare il regime che l'ha provocata, semplicemente perchè il costante pericolo di morte non insegna altro che due cose: ad aver paura e a morire. Non è solo l'anno in cui è stato scritto a rendere questo libro straordinario, ancor di più è la lucidità del suo autore, che poneva nel primo anno dopo la fine della guerra domande che restano le domande del nostro presente.
AUTUNNO TEDESCO - Stig Dagerman
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PER BAMBINI - Cento passi per volare |
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Di solito quando leggiamo un libro ci accompagnano molte immagini. Leggere questo romanzo è anche sentire, odorare e toccare, e questo permette d'identificarci maggiormente con Lucio, il ragazzino non vedente protagonista della storia. Un romanzo ambientato sulle Alpi, che narra di due ragazzi, Lucio e Chiara, alle prese con la fatica di raggiungere una meta lontana per vedere un nido di aquile. La storia si intreccerà con quella di Zefiro, il piccolo aquilotto che verrà rapito dai bracconieri. Nel corso di questa avventura i due ragazzi riusciranno a capirsi profondamente, suggellando così una bella amicizia che li aiuterà a cambiare e a crescere. Lucio, in questo romanzo, è un ragazzo come tutti gli altri, non caratterizzato per la sua cecità. Giuseppe Festa, come in tutti i suoi libri, ci parla della natura suscitando emozioni e riuscendo, nel contempo, a indirizzarci verso un atteggiamento di rispetto e salvaguardia nei suoi confronti. Adatto dai 9 anni.
CENTO PASSI PER VOLARE - Giuseppe Festa
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La vita del pianista russo Youri Egorov è stata breve e intensissima, Nato a Kazan nel 1954, a soli ventidue anni fugge dall'Unione Sovietica, dove si sente minacciato per via della sua omosessualità. Lo strazio per l'abbandono della famiglia e di quella che continua a sentire come la sua unica patria segneranno la sua breve seconda vita. Morirà giovanissimo, nel 1988, lasciando incisioni memorabili e un incancellabile ricordo in chi lo ha ascoltato dal vivo. Dotato di una sensibilità musicale unica e di grande tecnica, ha affiancato la dedizione assoluta allo strumento a un'altrettanto assoluta sregolatezza nella vita quotidiana, lontano dalla tastiera. E' questo impossibile equilibrio che Jan Brokken, appartenente alla stretta cerchia dei suoi grandi amici e musicofilo a sua volta, ci restituisce in questo intenso e avvincente ritratto.
NELLA CASA DEL PIANISTA - Jan Brokken
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Tutto quello che è un uomo |
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Che cos'è un uomo oggi? Nessuno studio, senza cadere nel ridicolo, potrebbe tentare di dare una risposta esauriente a questa domanda. Solo eludendola, fingendo di ignorarla, usando gli strumenti imperfetti della narrativa, ci si può accostare a un'immagine, intravedendo pezzi di realtà. Due ragazzi inglesi di passaggio a Praga; un giovane belga in vacanza solitaria a Cipro; una guardia del corpo ungherese in trasferta a Londra; un miliardario russo sull'orlo del fallimento... Sono nove in tutto i personaggi che David Szalay fa muovere in queste formidabili storie: nove uomini alle prese con altri uomini e altre donne, ma in realtà chiamati a fare i conti con se stessi, con domande più grandi di loro, con vuoti difficili da nominare. Quel che ne esce è un illuminante quadro del maschile contemporaneo, costruito attorno a nove storie perfette, difficili da dimenticare.
TUTTO QUELLO CHE E' UN UOMO - David Szalay
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Un libro affascinante. Ed è quasi un obbligo, dato il tema. Un libro che si presta a diverse modalità di fruizione. Lo si può apprezzare per la grande erudizione dell'autrice, capace di muoversi in sicurezza tra le pagine di Omero (ovvio), Ortese, Kafka, Joyce, Rilke, Brecht... tra le tele di Klimt, Bocklin, Munch... per poi addentrarsi nei campi della musica, del teatro, del cinema... Un eclettismo serio. Oppure può essere semplicemente consultato, aprendo una pagina a caso, lasciandosi avvincere dalla ricca commistione tra il testo e le bellissimo, mai accessorie, immagini. Ho sentito cantare le sirene l'una all'altra. / Io non credo che canteranno per me. (T.S. Eliot).
ATLANTE DELLE SIRENE - Agnese Grieco
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Come ho incontrato i pesci |
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Sul fiume Ohre ci è capitata una cosa strana... Tra le innumerevoli passioni di Ota Pavel la pesca è stata forse la più travolgente. Niente, come la pesca, lo estraniava e lo riconciliava col mondo. E leggendolo noi rimaniamo contagiati da questa passione, anche se i pesci fossero l'ultimo dei nostri pensieri. Perchè quello che fa Pavel è accompagnarci attraverso la sua vita di bambino, di ragazzo, e infine di adulto, cresciuto nella campagna praghese, usando la pesca per raccontarci il pantheon dei suoi affetti: il papà e lo zio Prosek su tutti. Nella scrittura di Ota Pavel troviamo l'umorismo di Hasek e l'ironia di Hrabal, vero tratto distintivo della grande letteratura ceca. "Questo è puprdentlich". Il papà non aveva mai saputo di preciso cosa significasse quella parola, ma la usava spesso e volentieri. Pare che sia più o meno come quando passa una bella signora in abito da sera o con indosso una splendida pelliccia, tutti i presenti restano incantati, ed ecco che lei pesta una merda.
COME HO INCONTRATO I PESCI - Ota Pavel
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Maggio 1980. La rivolta popolare di Gwangju (Corea del Sud), innescata dal colpo di stato militare, viene repressa nel sangue: centinaia di manifestanti, perlopiù giovanissimi, vengono uccisi dall'esercito. Seguiranno giorni di terrore, sparizioni e torture. In questo emozionante e bellissimo romanzo sono i vivi e i morti a prendere la parola, raccontando una vicenda rimossa dalla storia - coreana e non solo - che parla però al nostro presente, ricordandoci che se la storia continua ad essere scritta dai vincitori, i vinti non lo sono mai del tutto e per sempre: A quel punto la donna cominciò a cantare... La sua voce si perde ben presto nella moltitudine, migliaia di voci che si sovrappongono una all'altra, una torre di suono che s'innalza svettante nel cielo.
ATTI UMANI - Han Kang
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Delinquenti da generazioni, i componenti la famiglia Burroughs controllano Bull Mountain e ne gestiscono i traffici: coltivazione di marijuana, produzione e sintesi di metanfetamina, illegalità varie... Ma come in tutte le famiglie c'è una pecora nera, Clayton Burroughs, sceriffo. Contattato da un agente federale che ha le prove che inchiodano la sua famiglia, decide di intervenire prima che si scateni la carneficina. Se in letteratura esistono i generi (esistono?) il noir è tra i più difficili, perchè un noir, oltre ad essere ben scritto come ogni libro che si rispetti, deve funzionare come un meccanismo a orologeria e tenerci incollati alla pagina. Deve essere inverosimilmente verosimile. Brian Panowich con Bull Mountain ci riesce alla perfezione.
BULL MOUNTAIN - Brian Panowich
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Difficile catalogare l'ultimo e bellissimo libro che Ricardo Piglia ci ha lasciato prima di morire. Un po' romanzo-reportage (la storia è ispirata a eventi realmente accaduti), un po' thriller (ci sono omicidi e relative indagini), un po' saggio letterario (troviamo alcune pagine formidabili sul rapporto tra lingua e romanzo russo, per es.)... ma soprattutto tutto questo insieme, a costruire una narrazione affascinante che travalica i generi. Quello che ne emerge è un lucido spaccato del mondo accademico e dell'intera società statunitense, stretta tra l'ideologia securitaria e i mostri che essa stessa ha scatenato: Da queste parti tutto si individualizza, pensai, i conflitti sociali o sindacali non esistono, e se licenziano in tronco l'impiegato di un ufficio postale dove ha lavorato vent'anni, questo (...) sale sul tetto dell'edificio del suo ex posto di lavoro armato di un fucile automatico, un paio di bombe a mano, e stermina tutti gli spensierati compatrioti che passano là sotto.
SOLO PER IDA BROWN - Ricardo Piglia
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Pochi libri come Il grande cielo sono in grado di restituirci ciò che per gli americani ha significato la frontiera: i grandi spazi, il senso di assoluta libertà, la possibilità di costruirsi il destino con le proprie mani... tutti elementi che hanno contribuito a crearne il mito. E insieme a questo, l'altra faccia della medaglia: il massacro dei nativi americani, sterminati dalle malattie e dall'alcool portati dai bianchi, prima ancora che dai loro fucili. Per i cacciatori che si spingevano a ovest in cerca di pellicce e territori vergini, la ricerca di guadagno era inscindibile da questo anelito di libertà e dal sangue che portava con sè. Tutti elementi che ancora oggi rappresentano, sia pur in forma parodistica e distorta, alcuni tratti dello "spirito americano". Questo splendido libro di Guthrie ci riconcilia con la narrazione pura e con il piacere di addentrarci nei territori dell'avventura, secondo la lezione di Twain, Melville, London...
IL GRANDE CIELO - A.B. Guthrie
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Fine anni Settanta, Nord Ovest degli Stati Uniti. A curare la schiusa delle uova di salmone sull'Indian Creek nelle Montagne Rocciose, riparato da una tenda di tela, con temperature che scendono a meno 40°, non è un esperto uomo di montagna ma un ventenne che della natura selvaggia coltiva il mito, costruito più sui libri che attraverso l'esperienza. Colta al volo l'occasione che gli si presenta di trascorrere un inverno di lavoro nelle foreste innevate tra Idaho e Montana, si getta in un'avventura che trasformerà uno studente di Biologia della fauna selvatica in una persona capace di procurarsi il cibo cacciando e di risolvere problemi legati alla nuda sopravvivenza. Questa è la storia vera dell'autore, la sua linea d'ombra. Alzai lo sguardo verso le pareti ripide e scure del canyon, che bloccavano già il sole a metà pomeriggio, Al di là di quelle pareti di pietra e alberi non c'era nient'altro che la natura selvaggia della Selway-Bitterroot. Ero solo, nel cuore della natura.
INDIAN CREEK - Pete Fromm
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Tutto in ordine e al suo posto |
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L'allevatore di colombi da gara, il rabdomante, l'allenatore di galli da combattimento, l'illusionista... sono solo alcuni dei personaggi (mai in pace con se stessi, spesso neppure con gli altri) che compongono lo straordinario pantheon di Brian Friel, drammaturgo e scrittore irlandese. Pur immergendoci fino in fondo nelle atmosfere del Nord Irlanda e della sua provincia, i racconti di Friel sono quanto di più lontano dalla narrativa centrata sul "colore locale". Presentano invece un'umanità sfaccettata, contraddittoria, sempre marginale, che ha i caratteri dell'universalità. Harry Quinn si mise al lavoro per trasformare le due stanze della soffitta in una colombaia modello, così da potervi trasferire i suoi preziosi uccelli da gara (...). Harry soffriva di epifora agli occhi. Gli lacrimavano di continuo. I forestieri che entravano nel suo negozio rimanevano turbati alla vista del bottegaio in lacrime.
TUTTO IN ORDINE E AL SUO POSTO - Brian Friel
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Ellinor, vedova settantenne, in una lunga lettera all'amica che non c'è più, rievoca tutto ciò che l'ha portata ad essere quel che è oggi: una donna che ha subito abbandoni e tradimenti, ma che, a dispetto di tutto, non si è piegata. Al contrario, il suo senso di indipendenza e la sua ostinata ricerca di verità nelle relazioni, la espongono a un perenne conflitto con l'ambiente piccolo borghese che la circonda. Ma si tratta di un conflitto vitale, che genera cambiamenti, e che la porta a guardare con estrema curiosità e lucidità al proprio futuro. Sì, il futuro di una settantenne: sta in questa apertura, e nell'asciuttezza della scrittura, tutta la potenza di questo breve e illuminante romanzo.
SPESSO SONO FELICE - Jens Christian Grondahl
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