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Dall'alta Lombardia fino all'Adriatico, lungo la valle del Po, Celati raccoglie trenta brevissime storie nella forma tradizionale del "si racconta che". Trenta novelle che incantano per la loro semplicità e perfezione, dense di echi di altri grandi autori: Cechov per la lezione formale, Sebald per la direzione dello sguardo, Calvino per la levità e l'esattezza... Eppure la poetica di Celati è unica e inconfondibile, tutta centrata sull'adesione alla realtà e sullo sguardo straniato che la osserva. (...) Lui sa che quando muore diventerà una zanzara. I vecchi e suo padre dicevano che le zanzare sono morti che tornano; ma questo forse solo dalle sue parti dove c'erano molte zanzare per via delle paludi. Poi hanno bonificato tutto e prosciugato le valli del delta, e adesso ci sono pochissime zanzare e lui non sa cosa può succedere.
NARRATORI DELLE PIANURE - Gianni Celati
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Lipsia, Germania Est. Il romanzo copre gli anni che precedono e immediatamente seguono la caduta del Muro. Protagonista un gruppo di ragazzi cresciuto nei sobborghi della città, in condizioni e famiglie che definire difficili non basta. Tra alcol (tantissimo e scadente), risse da stadio e da strada, incontri clandestini di boxe, amicizie e tradimenti, scuola (poca) e carcere (tanto), si dipana il racconto di un'epopea fatta di disperazione e illusione ma anche, a dispetto di tutto, di nostalgia: eravamo dei grandissimi, questo il leit-motiv della leggenda che i protagonisti fanno della propria storia. Nonostante la durezza delle vicende, lo sguardo dell'autore, Clemens Meyer, non indulge mai nell'estetica della violenza, è invece sensibile e appassionato, maturo, come la sua bellissima scrittura.
ERAVAMO DEI GRANDISSIMI - Clemens Meyer
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Il titolo di questo splendido romanzo, tra i più importanti dell'intera letteratura africana, allude a una doppia caduta: quella della civiltà Igbo (presente anche in Nigeria, dove ha luogo la vicenda raccontata) e quella di un suo tragico e contraddittorio eroe, il guerriero Okonkwo, protagonista della storia. Le cose crollano non è un saggio travestito da romanzo, eppure, attraverso una struttura narrativa classica (con tanto di voce narrante esterna) è in grado di spiegarci meglio di tanti saggi cosa ha portato in Africa il colonialismo, penetrato attraverso i canali della religione e consolidatosi attraverso la forza degli eserciti. Se combattiamo lo straniero, colpiremo i nostri fratelli e forse verseremo il sangue di un membro del clan. Ma dobbiamo farlo. I nostri padri non hanno mai immaginato una cosa del genere, non hanno mai ucciso i loro fratelli. Ma l'uomo bianco non era mai andato da loro. Quindi dobbiamo fare ciò che i nostri padri non avrebbero mai fatto.
LE COSE CROLLANO - Chinua Achebe
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L'ultimo amore di Baba Dunja |
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Konstantin, il gallo di Marja, mi sveglia di nuovo durante la notte (...). Si aggira impettito e dispotico per il cortile di lei e mi guarda di sbieco. Il suo orologio biologico è completamente sballato, è così da sempre, ma non credo che abbia a che fare con le radiazioni. Non possono certo essere ritenute responsabili di ogni forma di demenza che compare sulla terra. Baba Dunja, insieme a pochi altri, è tornata nel paese dove è nata, dopo l'incidente nucleare di Cerobyl. Nella zona ancora contaminata si è ricreata una piccola comunità che si dà le sue regole e dove ciascuno decide del proprio destino. E' possibile che una vicenda ambientata nei luoghi del disastro prenda le forme di una storia lieve, divertente, ironica e, a modo suo, ottimista? E' possibile.
L'ULTIMO AMORE DI BABA DUNJA - Alina Bronsky
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Meglio essere consapevoli della propria condizione di abbruttimento e miseria, o l'ingnoranza ci mette al riparo da ulteriori dolori? Questa la domanda che ci pone il libro di Borbely. Libro magnifico e quasi insopportabile per la durezza delle vicende raccontate. Siamo in Ungheria, vicini al confine rumeno, attorno agli anni '60: è la voce di un bambino a condurci tra le pieghe dell'universo familiare protagonista della storia, stretto tra la miseria condivisa con tutti e - in quanto immigrati - il senso di estraneità e diffidenza nei loro confronti che ne segna la condizione. Nelle quattro parole ossessivamente ripetute dalla madre c'è tutta la disperazione, ma anche la rabbia (e dunque la prospettiva di un cambiamento), di chi non si è ancora piegato: Noi non siamo così.
I SENZA TERRA - Szilard Borbely
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... Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri (Lorenzo Milani - L'obbedienza non è più una virtù). Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, si mette, come recita il sottotitolo del libro, "sulle tracce di don Lorenzo Milani", accompagnandoci nei luoghi poco conosciuti della sua infanzia e nei luoghi-simbolo della sua maturità - San Donato di Calenzano e Barbiana -, dove prende corpo la sua esperienza pastorale, politica, educativa. Lo fa intrecciando la propria vicenda di insegnante e viaggiatore, a quella dell'uomo che fece dell'apertura al mondo il tratto distintivo della propria concezione dell'individuo.
L'UOMO DEL FUTURO - Eraldo Affinati
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Il lavoro di scavo di Annie Ernaux nel proprio passato prosegue con questo libro, conservando la profondità e l'asciuttezza delle sue opere precedenti. Attraverso una scrittura essenziale, "a sottrarre", entriamo nel mondo di una bambina che un giorno, improvvisamente e casualmente, scopre di aver avuto una sorellina morta prima che lei nascesse, della quale nessuno le aveva mai parlato. Questa rivelazione la porta a rileggere sotto una luce completamente diversa il proprio posto nel mondo: non più figlia unica al centro dell'universo familiare, ma sostituta e "doppio" di un'assenza innominabile. Un capolavoro d'introspezione, che ci aiuta a lacerare il velo di apparenza che promette ingannevolmente di metterci al riparo dalla verità delle relazioni.
L'ALTRA FIGLIA - Annie Ernaux
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La storia di Giorgio Ambrosoli, liquidatore dell'impero bancario di Michele Sindona, da questi fatto uccidere nel luglio del 1979, ha la forza e la nettezza di una parabola: illumina un pezzo decisivo della storia d'Italia e traccia in modo netto il profilo di alcuni tra i suoi protagonisti. Giulio Andreotti, Enrico Cuccia, Licio Gelli, Michele Sindona... sono solo alcuni degli interpreti di una stagione segnata dalla commistione tra politica, finanza e criminalità mafiosa. Il racconto di Stajano non ha solo la capacità di illuminare quegli anni, ma fornisce elementi di analisi e di metodo utili per capire quanto questa commistione sia operante ancora oggi. La capacità di parlarci del nostro presente, l'avvincente costruzione narrativa e l'alta qualità della scrittura, rendono Un eroe borghese un grande libro che sopravvive alla stagione politica in cui è stato scritto.
UN EROE BORGHESE - Corrado Stajano
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Jack Laidlaw si aggira tra le macerie di un matrimonio finito, di un lavoro di cui fatica a ritrovare il senso e di una morte che non gli dà pace. Un uomo era morto, un uomo che amavo forse più di chiunque altro. Nessuno l'aveva definito un "crimine", ma quella morte mi era sembrata ingiusta e senza senso, proprio come tante che avevo visto. E ne avevo viste molte. Perchè lui era così ricco di potenzialità, così pieno di vita, così immeritevole (non lo siamo tutti?) di una morte insensata. Io lo sapevo. Lo sapevo bene. Perchè era mio fratello. Tra i pub e i vicoli di Glasgow si snoda la vicenda di questo bellissimo noir in cui ricorrono tutti i temi cari a McIlvanney: la solidarietà verso gli sconfitti, il senso di giustizia, la durezza del milieu e la grandezza di uomini in lotta con il proprio passato. Scrittura serrata, senza fronzoli, impeccabile.
STRANE LEALTA' - William McIlvanney
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Sotto al carro c'erano appesi una specie di tenda, una lanterna, un secchio ed altre piccole cose. Aveva, sul tetto, un lucernaio sollevato, come un antiquato tranvai, e da un angolo sbucava un tubo di stufa. Nella parte posteriore c'era una porta con due piccole finestre, e una scaletta di accesso. Il carro del signor Mifflin batte da anni le strade di campagna del New England, un carro trainato da un cavallo, che è anche una casa mobile e una libreria ambulante. Vendere libri ai contadini è stata per tutta la vita la sua missione. E' venuto però il momento di cedere l'attività. Sarà una donna a rilevarla, fuggendo dalla sua prigione casalinga e dando inizio a un'avventura di libertà che la porterà ad affrontare con spirito pionieristico un mondo a lei del tutto ignoto, dimostrando a se stessa - e a tutti noi - che un nuovo inizio è sempre possibile. Un libro sull'amore per i libri, un piccolo gioiello di umorismo, che contiene uno sguardo limpido e aperto sul mondo, nello stile dei classici della frontiera.
IL PARNASO AMBULANTE - Christopher Morley
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Germania, 1945, ultimo anno di guerra, vengono mandati a combattere anche i giovanissimi perchè "Ivan è alle porte". Walter ha diciassette anni e insieme a Fiete, suo coetaneo, amico, e mungitore come lui, viene arruolato a forza. Vengono mandati in Ungheria e lì le loro strade si dividono: Walter nelle retrovie, Fiete al fronte. Il nuovo incontro tra loro sarà segnato dalla follia degli ultimi giorni del Reich. Walter non è altri che il padre di Ralf Rothmann, autore del libro: "Volevo indagare il segreto che gli attribuivo, cercare una spiegazione alla sua malinconia plumbea. Immaginavo che derivasse dal fatto che lui, reclutato contro la sua volontà, si sentiva una vittima del regime e tuttavia per il fatto di aver portato l'uniforme delle SS si ritrovò dopo il 1945 dalla parte del carnefice. Non ci capì più nulla e reagì ritraendosi nella tristezza, una tristezza che io da bambino riconducevo a me". Un bellissimo romanzo che esplora a fondo e senza retorica il modello vittima/carnefice.
MORIRE IN PRIMAVERA - Ralf Rothmann
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A Holt c'era quest'uomo, Tom Guthrie, se ne stava in piedi alla finestra della cucina, sul retro di casa sua, fumava una sigaretta e guardava fuori, verso il cortile posteriore su cui proprio in quel momento stava spuntando il giorno. Si apre così la giornata nella contea di Holt, Colorado, e così inizia il romanzo di Kent Haruf, che ci guida con voce intensa e commovente nelle storie di una comunità che ricorda quelle descritte da Steinbeck e da Sherwood Anderson: storie di persone qualsiasi che lavorano, amano, tradiscono, sognano, costruendo insieme un'epica della quotidianità. Storie di agricoltori, allevatori, insegnanti, gestori di locali della provincia profonda americana, così lontane dalle nostre eppure così famigliari, così vicine a noi, perchè costruite attorno a quel nucleo di umanità che ancora ci tiene insieme: ... la piccola che aveva messo al mondo era sana e aveva gli occhi chiari e i capelli neri della madre, e questo era quanto di meglio si potesse sperare, a Holt e in qualunque altro posto al mondo (...).
CANTO DELLA PIANURA - Kent Haruf
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Quando nel 2012 è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura a Mo Yan, la giuria svedese ha parlato di "realismo allucinato": l'espressione è azzeccata. In questo romanzo l'autore rende omaggio a Lu Xun e al suo Diario di un pazzo (1918), riprendendo, in forma stravolta e grottesca, il tema del cannibalismo. Sembra che nella municipalità di Jiuguo (il paese dell'alcol) alla tavola di ricchi amministratori e di funzionari di partito venga servita carne umana. L'indagine che in questo finto-giallo deve condurre l'ispettore Ding Gou'er si trasforma presto in farsa, perchè a Jiuguo ogni gesto e ogni pensiero sono avvolti in una nube alcolica che tutto confonde. E confonde anche noi lettori, perchè al filone narrativo centrale se ne aggiungono altri, mischiando piani e generi, cancellando piste e lasciandoci in balia di una scrittura precisa e allucinata, che racconta una storia mai didascalica eppure profondamente politica. Il libro è stato scritto a ridosso dei fatti di Piazza Tian'An Men.
IL PAESE DELL'ALCOL - Mo Yan
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Leggendo queste pagine ci affacciamo su un mistero. Quanto sia per l'uomo essenziale capire, dare un nome e un senso a ciò che gli accade, ricordare. E allo stesso tempo quanto sia importante - per vivere, per sopravvivere - dimenticare e "tradire". Come possono convivere spinte così opposte in un individuo, in un popolo? Nelle parole di chi è stato travolto dalla tragedia di Cernobyl' non troviamo la risposta ma la riproposizione, nella forma plastica del coro e in quella dubbiosa della voce sola, della stessa spaventosa domanda. Contadini, soldati, bambini, burocrati, scienziati, mogli, fratelli, madri... sono queste le voci del coro di Cernobyl'. Un libro definitivo, che ricorda per intensità e bellezza le Lettere dei condannati a morte della Resistenza.
PREGHIERA PER CERNOBYL' - Svetlana Aleksievic
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Quando un'inondazione sommerge campi e case di Rio Sauce - il paese argentino che prende il nome dal fiume che lo attraversa - tutti lasciano le loro abitazioni, con l'eccezione del vecchio Morales, che dalla finestra della sua soffitta osserva pensoso la distesa d'acqua dalla quale emergono tetti e cime di alberi. Con la sua barca si aggira in perfetta solitudine tra le vie di un paese che non esiste più, parlando con la moglie morta in un cimitero trasformato in acquario. Sullo sfondo di una quotidianità divenuta improvvisamente surreale, si staglia la minaccia di speculatori cinesi, forse reali forse immaginari, che si dice vogliano comprare l'intero villaggio... L'epilogo del romanzo ci presenta una realtà straniata e fantastica, che neppure il reflusso delle acque può restituire alla sua illusoria normalità. La nostra realtà, la nostra normalità.
L'INONDAZIONE - Adrian N. Bravi
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Finalmente è stato ristampato uno dei grandi libri sulla Resistenza. E' la testimonianza di Pietro Chiodi, "comandante Valerio", un maestro per tanti giovani piemontesi che decisero di unirsi alla lotta antifascista. Maestro lo fu in senso ampio, per la sua dirittura morale e il suo coraggio, e lo fu in senso stretto, in quanto insegnante di Filosofia e autore della prima traduzione italiana di Essre e tempo di Heidegger. Banditi è un libro grande e commovente, in cui l'asciuttezza del racconto e l'assenza di retorica ricordano il miglior Fenoglio. Ed è infine un libro di ieri, per l'oggi: "... un altro, sopraggiunto alle spalle, gli ha sparato una raffica mentre tentava di rifugiarsi sotto un portone. Lo hanno portato su col petto squarciato da una pallottola esplosiva. E' un vecchio partigiano della Val di Lanzo. Ha ventun anni".
BANDITI - Pietro Chiodi
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Ci siamo rivoltati contro i nostri padri e ci è sembrata una buona cosa tanto per cominciare. Infatti è così che si procede. Solo che abbiamo visto male, eravamo troppo viziati per vederci chiaro. Siamo incappati nel vecchio errore del toro nell'arena. Abbiamo puntato alla muleta invece che al torero. Abbiamo puntato ai nostri papà e alle nostre mamme invece che ai nostri padri e alle nostre madri. Formidabile questo libro di Maggiani. Ci parla di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Di ciò che avremmo potuto essere e non siamo stati. Dal Risorgimento all'altroieri: altra era l'Italia ch'io sognava, queste le parole di un vecchio mazziniano, vero leit-motiv del romanzo. Eppure questa non è una storia di rimpianti: (...) non si sa come, nella fessura tra due lastre di pietra è nata una tuia. E' ancora piccola, non è più alta di trenta quaranta centimetri, ma crescerà. La tuia cresce e cresce e non si ferma mai per secoli e secoli. Certamente il libro più bello, più importante, scritto in Italia da molto tempo a questa parte.
IL ROMANZO DELLA NAZIONE - Maurizio Maggiani
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In un villaggio minerario del Colorado di fine '800, popolato da immigrati slavi, si consuma una terribile tragedia. Joszef, ancora bambino, dovrà compiere col padre un viaggio a ritroso verso la loro terra d'origine, tra le montagne di Pastvina, nell'attuale Repubblica Ceca. La Prima guerra mondiale si avvicina e al suo scoppio Joszef verrà arruolato insieme al fratellastro nelle fila dell'esercito austriaco per combattere sul fronte italiano. Il suo errare in una terra insanguinata, "un luogo che agogna alla redenzione", ci parla del tentativo di trovare un approdo, un centro, anche quando tutto congiura per allontanarci dalla nostra umanità.
IL SOGGIORNO - Andrew Krivak
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Spesso sentiamo dire che negli ultimi cinquant'anni la vita psichica degli occidentali (e degli italiani, in particolare) si è radicalmente trasformata. Si è parlato addirittura di mutazione antropologica. Ma in che cosa sia consistita precisamente questa trasformazione e quali categorie abbia investito, pochi sono stati in grado di documentarlo seriamente in lavori non specialistici. Guido Mazzoni, muovendosi con grande efficacia e capacità di sintesi tra politica, letteratura, storia e analisi del quotidiano, trasfonde in questo breve saggio alcuni degli interrogativi-chiave della nostra contemporaneità. Per sua stessa scelta e ammissione l'autore non pone in questo lavoro il problema del "che fare", ma - aggiungiamo noi - la sua analisi può rappresentare un utile ausilio per chi vorrà compiere il passo successivo.
I DESTINI GENERALI - Guido Mazzoni
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