PER BAMBINI - Cento passi per volare |
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Di solito quando leggiamo un libro ci accompagnano molte immagini. Leggere questo romanzo è anche sentire, odorare e toccare, e questo permette d'identificarci maggiormente con Lucio, il ragazzino non vedente protagonista della storia. Un romanzo ambientato sulle Alpi, che narra di due ragazzi, Lucio e Chiara, alle prese con la fatica di raggiungere una meta lontana per vedere un nido di aquile. La storia si intreccerà con quella di Zefiro, il piccolo aquilotto che verrà rapito dai bracconieri. Nel corso di questa avventura i due ragazzi riusciranno a capirsi profondamente, suggellando così una bella amicizia che li aiuterà a cambiare e a crescere. Lucio, in questo romanzo, è un ragazzo come tutti gli altri, non caratterizzato per la sua cecità. Giuseppe Festa, come in tutti i suoi libri, ci parla della natura suscitando emozioni e riuscendo, nel contempo, a indirizzarci verso un atteggiamento di rispetto e salvaguardia nei suoi confronti. Adatto dai 9 anni.
CENTO PASSI PER VOLARE - Giuseppe Festa
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La vita del pianista russo Youri Egorov è stata breve e intensissima, Nato a Kazan nel 1954, a soli ventidue anni fugge dall'Unione Sovietica, dove si sente minacciato per via della sua omosessualità. Lo strazio per l'abbandono della famiglia e di quella che continua a sentire come la sua unica patria segneranno la sua breve seconda vita. Morirà giovanissimo, nel 1988, lasciando incisioni memorabili e un incancellabile ricordo in chi lo ha ascoltato dal vivo. Dotato di una sensibilità musicale unica e di grande tecnica, ha affiancato la dedizione assoluta allo strumento a un'altrettanto assoluta sregolatezza nella vita quotidiana, lontano dalla tastiera. E' questo impossibile equilibrio che Jan Brokken, appartenente alla stretta cerchia dei suoi grandi amici e musicofilo a sua volta, ci restituisce in questo intenso e avvincente ritratto.
NELLA CASA DEL PIANISTA - Jan Brokken
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Tutto quello che è un uomo |
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Che cos'è un uomo oggi? Nessuno studio, senza cadere nel ridicolo, potrebbe tentare di dare una risposta esauriente a questa domanda. Solo eludendola, fingendo di ignorarla, usando gli strumenti imperfetti della narrativa, ci si può accostare a un'immagine, intravedendo pezzi di realtà. Due ragazzi inglesi di passaggio a Praga; un giovane belga in vacanza solitaria a Cipro; una guardia del corpo ungherese in trasferta a Londra; un miliardario russo sull'orlo del fallimento... Sono nove in tutto i personaggi che David Szalay fa muovere in queste formidabili storie: nove uomini alle prese con altri uomini e altre donne, ma in realtà chiamati a fare i conti con se stessi, con domande più grandi di loro, con vuoti difficili da nominare. Quel che ne esce è un illuminante quadro del maschile contemporaneo, costruito attorno a nove storie perfette, difficili da dimenticare.
TUTTO QUELLO CHE E' UN UOMO - David Szalay
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Un libro affascinante. Ed è quasi un obbligo, dato il tema. Un libro che si presta a diverse modalità di fruizione. Lo si può apprezzare per la grande erudizione dell'autrice, capace di muoversi in sicurezza tra le pagine di Omero (ovvio), Ortese, Kafka, Joyce, Rilke, Brecht... tra le tele di Klimt, Bocklin, Munch... per poi addentrarsi nei campi della musica, del teatro, del cinema... Un eclettismo serio. Oppure può essere semplicemente consultato, aprendo una pagina a caso, lasciandosi avvincere dalla ricca commistione tra il testo e le bellissimo, mai accessorie, immagini. Ho sentito cantare le sirene l'una all'altra. / Io non credo che canteranno per me. (T.S. Eliot).
ATLANTE DELLE SIRENE - Agnese Grieco
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Come ho incontrato i pesci |
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Sul fiume Ohre ci è capitata una cosa strana... Tra le innumerevoli passioni di Ota Pavel la pesca è stata forse la più travolgente. Niente, come la pesca, lo estraniava e lo riconciliava col mondo. E leggendolo noi rimaniamo contagiati da questa passione, anche se i pesci fossero l'ultimo dei nostri pensieri. Perchè quello che fa Pavel è accompagnarci attraverso la sua vita di bambino, di ragazzo, e infine di adulto, cresciuto nella campagna praghese, usando la pesca per raccontarci il pantheon dei suoi affetti: il papà e lo zio Prosek su tutti. Nella scrittura di Ota Pavel troviamo l'umorismo di Hasek e l'ironia di Hrabal, vero tratto distintivo della grande letteratura ceca. "Questo è puprdentlich". Il papà non aveva mai saputo di preciso cosa significasse quella parola, ma la usava spesso e volentieri. Pare che sia più o meno come quando passa una bella signora in abito da sera o con indosso una splendida pelliccia, tutti i presenti restano incantati, ed ecco che lei pesta una merda.
COME HO INCONTRATO I PESCI - Ota Pavel
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Maggio 1980. La rivolta popolare di Gwangju (Corea del Sud), innescata dal colpo di stato militare, viene repressa nel sangue: centinaia di manifestanti, perlopiù giovanissimi, vengono uccisi dall'esercito. Seguiranno giorni di terrore, sparizioni e torture. In questo emozionante e bellissimo romanzo sono i vivi e i morti a prendere la parola, raccontando una vicenda rimossa dalla storia - coreana e non solo - che parla però al nostro presente, ricordandoci che se la storia continua ad essere scritta dai vincitori, i vinti non lo sono mai del tutto e per sempre: A quel punto la donna cominciò a cantare... La sua voce si perde ben presto nella moltitudine, migliaia di voci che si sovrappongono una all'altra, una torre di suono che s'innalza svettante nel cielo.
ATTI UMANI - Han Kang
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Delinquenti da generazioni, i componenti la famiglia Burroughs controllano Bull Mountain e ne gestiscono i traffici: coltivazione di marijuana, produzione e sintesi di metanfetamina, illegalità varie... Ma come in tutte le famiglie c'è una pecora nera, Clayton Burroughs, sceriffo. Contattato da un agente federale che ha le prove che inchiodano la sua famiglia, decide di intervenire prima che si scateni la carneficina. Se in letteratura esistono i generi (esistono?) il noir è tra i più difficili, perchè un noir, oltre ad essere ben scritto come ogni libro che si rispetti, deve funzionare come un meccanismo a orologeria e tenerci incollati alla pagina. Deve essere inverosimilmente verosimile. Brian Panowich con Bull Mountain ci riesce alla perfezione.
BULL MOUNTAIN - Brian Panowich
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Difficile catalogare l'ultimo e bellissimo libro che Ricardo Piglia ci ha lasciato prima di morire. Un po' romanzo-reportage (la storia è ispirata a eventi realmente accaduti), un po' thriller (ci sono omicidi e relative indagini), un po' saggio letterario (troviamo alcune pagine formidabili sul rapporto tra lingua e romanzo russo, per es.)... ma soprattutto tutto questo insieme, a costruire una narrazione affascinante che travalica i generi. Quello che ne emerge è un lucido spaccato del mondo accademico e dell'intera società statunitense, stretta tra l'ideologia securitaria e i mostri che essa stessa ha scatenato: Da queste parti tutto si individualizza, pensai, i conflitti sociali o sindacali non esistono, e se licenziano in tronco l'impiegato di un ufficio postale dove ha lavorato vent'anni, questo (...) sale sul tetto dell'edificio del suo ex posto di lavoro armato di un fucile automatico, un paio di bombe a mano, e stermina tutti gli spensierati compatrioti che passano là sotto.
SOLO PER IDA BROWN - Ricardo Piglia
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Pochi libri come Il grande cielo sono in grado di restituirci ciò che per gli americani ha significato la frontiera: i grandi spazi, il senso di assoluta libertà, la possibilità di costruirsi il destino con le proprie mani... tutti elementi che hanno contribuito a crearne il mito. E insieme a questo, l'altra faccia della medaglia: il massacro dei nativi americani, sterminati dalle malattie e dall'alcool portati dai bianchi, prima ancora che dai loro fucili. Per i cacciatori che si spingevano a ovest in cerca di pellicce e territori vergini, la ricerca di guadagno era inscindibile da questo anelito di libertà e dal sangue che portava con sè. Tutti elementi che ancora oggi rappresentano, sia pur in forma parodistica e distorta, alcuni tratti dello "spirito americano". Questo splendido libro di Guthrie ci riconcilia con la narrazione pura e con il piacere di addentrarci nei territori dell'avventura, secondo la lezione di Twain, Melville, London...
IL GRANDE CIELO - A.B. Guthrie
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Fine anni Settanta, Nord Ovest degli Stati Uniti. A curare la schiusa delle uova di salmone sull'Indian Creek nelle Montagne Rocciose, riparato da una tenda di tela, con temperature che scendono a meno 40°, non è un esperto uomo di montagna ma un ventenne che della natura selvaggia coltiva il mito, costruito più sui libri che attraverso l'esperienza. Colta al volo l'occasione che gli si presenta di trascorrere un inverno di lavoro nelle foreste innevate tra Idaho e Montana, si getta in un'avventura che trasformerà uno studente di Biologia della fauna selvatica in una persona capace di procurarsi il cibo cacciando e di risolvere problemi legati alla nuda sopravvivenza. Questa è la storia vera dell'autore, la sua linea d'ombra. Alzai lo sguardo verso le pareti ripide e scure del canyon, che bloccavano già il sole a metà pomeriggio, Al di là di quelle pareti di pietra e alberi non c'era nient'altro che la natura selvaggia della Selway-Bitterroot. Ero solo, nel cuore della natura.
INDIAN CREEK - Pete Fromm
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Tutto in ordine e al suo posto |
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L'allevatore di colombi da gara, il rabdomante, l'allenatore di galli da combattimento, l'illusionista... sono solo alcuni dei personaggi (mai in pace con se stessi, spesso neppure con gli altri) che compongono lo straordinario pantheon di Brian Friel, drammaturgo e scrittore irlandese. Pur immergendoci fino in fondo nelle atmosfere del Nord Irlanda e della sua provincia, i racconti di Friel sono quanto di più lontano dalla narrativa centrata sul "colore locale". Presentano invece un'umanità sfaccettata, contraddittoria, sempre marginale, che ha i caratteri dell'universalità. Harry Quinn si mise al lavoro per trasformare le due stanze della soffitta in una colombaia modello, così da potervi trasferire i suoi preziosi uccelli da gara (...). Harry soffriva di epifora agli occhi. Gli lacrimavano di continuo. I forestieri che entravano nel suo negozio rimanevano turbati alla vista del bottegaio in lacrime.
TUTTO IN ORDINE E AL SUO POSTO - Brian Friel
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Ellinor, vedova settantenne, in una lunga lettera all'amica che non c'è più, rievoca tutto ciò che l'ha portata ad essere quel che è oggi: una donna che ha subito abbandoni e tradimenti, ma che, a dispetto di tutto, non si è piegata. Al contrario, il suo senso di indipendenza e la sua ostinata ricerca di verità nelle relazioni, la espongono a un perenne conflitto con l'ambiente piccolo borghese che la circonda. Ma si tratta di un conflitto vitale, che genera cambiamenti, e che la porta a guardare con estrema curiosità e lucidità al proprio futuro. Sì, il futuro di una settantenne: sta in questa apertura, e nell'asciuttezza della scrittura, tutta la potenza di questo breve e illuminante romanzo.
SPESSO SONO FELICE - Jens Christian Grondahl
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Dall'alta Lombardia fino all'Adriatico, lungo la valle del Po, Celati raccoglie trenta brevissime storie nella forma tradizionale del "si racconta che". Trenta novelle che incantano per la loro semplicità e perfezione, dense di echi di altri grandi autori: Cechov per la lezione formale, Sebald per la direzione dello sguardo, Calvino per la levità e l'esattezza... Eppure la poetica di Celati è unica e inconfondibile, tutta centrata sull'adesione alla realtà e sullo sguardo straniato che la osserva. (...) Lui sa che quando muore diventerà una zanzara. I vecchi e suo padre dicevano che le zanzare sono morti che tornano; ma questo forse solo dalle sue parti dove c'erano molte zanzare per via delle paludi. Poi hanno bonificato tutto e prosciugato le valli del delta, e adesso ci sono pochissime zanzare e lui non sa cosa può succedere.
NARRATORI DELLE PIANURE - Gianni Celati
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Lipsia, Germania Est. Il romanzo copre gli anni che precedono e immediatamente seguono la caduta del Muro. Protagonista un gruppo di ragazzi cresciuto nei sobborghi della città, in condizioni e famiglie che definire difficili non basta. Tra alcol (tantissimo e scadente), risse da stadio e da strada, incontri clandestini di boxe, amicizie e tradimenti, scuola (poca) e carcere (tanto), si dipana il racconto di un'epopea fatta di disperazione e illusione ma anche, a dispetto di tutto, di nostalgia: eravamo dei grandissimi, questo il leit-motiv della leggenda che i protagonisti fanno della propria storia. Nonostante la durezza delle vicende, lo sguardo dell'autore, Clemens Meyer, non indulge mai nell'estetica della violenza, è invece sensibile e appassionato, maturo, come la sua bellissima scrittura.
ERAVAMO DEI GRANDISSIMI - Clemens Meyer
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Il titolo di questo splendido romanzo, tra i più importanti dell'intera letteratura africana, allude a una doppia caduta: quella della civiltà Igbo (presente anche in Nigeria, dove ha luogo la vicenda raccontata) e quella di un suo tragico e contraddittorio eroe, il guerriero Okonkwo, protagonista della storia. Le cose crollano non è un saggio travestito da romanzo, eppure, attraverso una struttura narrativa classica (con tanto di voce narrante esterna) è in grado di spiegarci meglio di tanti saggi cosa ha portato in Africa il colonialismo, penetrato attraverso i canali della religione e consolidatosi attraverso la forza degli eserciti. Se combattiamo lo straniero, colpiremo i nostri fratelli e forse verseremo il sangue di un membro del clan. Ma dobbiamo farlo. I nostri padri non hanno mai immaginato una cosa del genere, non hanno mai ucciso i loro fratelli. Ma l'uomo bianco non era mai andato da loro. Quindi dobbiamo fare ciò che i nostri padri non avrebbero mai fatto.
LE COSE CROLLANO - Chinua Achebe
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L'ultimo amore di Baba Dunja |
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Konstantin, il gallo di Marja, mi sveglia di nuovo durante la notte (...). Si aggira impettito e dispotico per il cortile di lei e mi guarda di sbieco. Il suo orologio biologico è completamente sballato, è così da sempre, ma non credo che abbia a che fare con le radiazioni. Non possono certo essere ritenute responsabili di ogni forma di demenza che compare sulla terra. Baba Dunja, insieme a pochi altri, è tornata nel paese dove è nata, dopo l'incidente nucleare di Cerobyl. Nella zona ancora contaminata si è ricreata una piccola comunità che si dà le sue regole e dove ciascuno decide del proprio destino. E' possibile che una vicenda ambientata nei luoghi del disastro prenda le forme di una storia lieve, divertente, ironica e, a modo suo, ottimista? E' possibile.
L'ULTIMO AMORE DI BABA DUNJA - Alina Bronsky
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Meglio essere consapevoli della propria condizione di abbruttimento e miseria, o l'ingnoranza ci mette al riparo da ulteriori dolori? Questa la domanda che ci pone il libro di Borbely. Libro magnifico e quasi insopportabile per la durezza delle vicende raccontate. Siamo in Ungheria, vicini al confine rumeno, attorno agli anni '60: è la voce di un bambino a condurci tra le pieghe dell'universo familiare protagonista della storia, stretto tra la miseria condivisa con tutti e - in quanto immigrati - il senso di estraneità e diffidenza nei loro confronti che ne segna la condizione. Nelle quattro parole ossessivamente ripetute dalla madre c'è tutta la disperazione, ma anche la rabbia (e dunque la prospettiva di un cambiamento), di chi non si è ancora piegato: Noi non siamo così.
I SENZA TERRA - Szilard Borbely
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... Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri (Lorenzo Milani - L'obbedienza non è più una virtù). Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, si mette, come recita il sottotitolo del libro, "sulle tracce di don Lorenzo Milani", accompagnandoci nei luoghi poco conosciuti della sua infanzia e nei luoghi-simbolo della sua maturità - San Donato di Calenzano e Barbiana -, dove prende corpo la sua esperienza pastorale, politica, educativa. Lo fa intrecciando la propria vicenda di insegnante e viaggiatore, a quella dell'uomo che fece dell'apertura al mondo il tratto distintivo della propria concezione dell'individuo.
L'UOMO DEL FUTURO - Eraldo Affinati
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Il lavoro di scavo di Annie Ernaux nel proprio passato prosegue con questo libro, conservando la profondità e l'asciuttezza delle sue opere precedenti. Attraverso una scrittura essenziale, "a sottrarre", entriamo nel mondo di una bambina che un giorno, improvvisamente e casualmente, scopre di aver avuto una sorellina morta prima che lei nascesse, della quale nessuno le aveva mai parlato. Questa rivelazione la porta a rileggere sotto una luce completamente diversa il proprio posto nel mondo: non più figlia unica al centro dell'universo familiare, ma sostituta e "doppio" di un'assenza innominabile. Un capolavoro d'introspezione, che ci aiuta a lacerare il velo di apparenza che promette ingannevolmente di metterci al riparo dalla verità delle relazioni.
L'ALTRA FIGLIA - Annie Ernaux
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La storia di Giorgio Ambrosoli, liquidatore dell'impero bancario di Michele Sindona, da questi fatto uccidere nel luglio del 1979, ha la forza e la nettezza di una parabola: illumina un pezzo decisivo della storia d'Italia e traccia in modo netto il profilo di alcuni tra i suoi protagonisti. Giulio Andreotti, Enrico Cuccia, Licio Gelli, Michele Sindona... sono solo alcuni degli interpreti di una stagione segnata dalla commistione tra politica, finanza e criminalità mafiosa. Il racconto di Stajano non ha solo la capacità di illuminare quegli anni, ma fornisce elementi di analisi e di metodo utili per capire quanto questa commistione sia operante ancora oggi. La capacità di parlarci del nostro presente, l'avvincente costruzione narrativa e l'alta qualità della scrittura, rendono Un eroe borghese un grande libro che sopravvive alla stagione politica in cui è stato scritto.
UN EROE BORGHESE - Corrado Stajano
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